Samantha è nata due volte "Un’attesa lunga 18 mesi"

Atleta di successo a 27 anni racconta la sua esistenza cambiata da quella fatidica telefonata: "C’è un organo per te". Vive con due polmoni trapiantati

Migration

Samantha Ciurluini è nata due volte e tutte e due le volte si è presa la vita per intero, in pieno, sempre. La sua storia è di quelle che non si dimenticano, lei che a 27 anni, atleta di successo, ha avuto bisogno del trapianto di entrambi i polmoni per tornare a respirare. È il simbolo del dono per eccellenza, testimonial Aido e entusiasta sempre: "Oggi conto 11 anni di nuova vita, racconta Samantha, 11 anni da quella telefonata che mi ha cambiato la vita con delle semplici parole "C’è un organo per te". Mentre entravo in sala operatoria ero tranquilla, sapevo che tutto sarebbe andato bene ma non pensavo fino a questo punto".

Samantha, originaria di Capodarco, soffriva di una malattia rara che le stava rendendo il respiro corto, la pelle rossa, le labbra viola. Nonostante la diagnosi ha tentato di proseguire con la sua passione, lo sport, giocava a beach volley ad altissimo livello, ha provato ad andare avanti ma in pochi anni la situazione è precipitata, non si poteva più aspettare, servivano due polmoni nuovi.

"Sono stata in lista di attesa per 18 mesi – racconta Samatha – oggi 38 anni, aspettavo veramente con ansia. Alla fine sono riuscita ad essere in lista anche in una clinica austriaca e proprio a Vienna sono stata chiamata quando sono arrivati gli organi. Ho ritrovato quasi subito il mio respiro e la voglia di andare oltre i miei limiti, sempre". Solo quattro anni dopo il trapianto ha ripreso a giocare a pallavolo, con la nazionale trapiantati e dializzati, un’emozione fortissima, la vittoria più bella. Poi ci sono state le sfide estreme, la scalata del Kilimangiaro, poi quella del Toubkal in Marocco, a 4200 metri. E ancora, i mondiali a Newcastle, dove ha vinto 3 ori e un argento.

"Ho imparato anche a fermarmi quando è il caso – sorride Samantha – l’anno scorso insieme ad altri fragili ho tentato l’ascesa a Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa sul Monte Rosa ama non sono riuscita ad arrivare in vetta".

Ha conquistato, invece, l’incontro con tante persone che condividono con lei un’esperienza sconvolgente, quella di tornare a vivere grazie alla generosità di altri: "Ho avuto giorni incedibili, sono passata dalla montagna della malattia alle cime vere e proprie con gente fantastica con le quali condividere gioie, lacrime e delusioni, allo sport e ad una voglia di fare che solo chi è stato fermato da una malattia può capire. Da quel giorno tante vittorie ma quella più grande è stata aver sconfitto la malattia, fortuna che purtroppo non hanno trovato molte persone, ancora troppi sono in lista per un organo e tanti muoiono aspettando quella telefonata". Samantha ha vissuto con un po’ di ansia il tempo del Covid, il virus lo ha preso ma ha vinto anche questa sfida, soffrendo per le limitazioni che sono stae imposte alla quotidianità di tutti noi.

"Adesso – conclude – ho ripreso a fare pallavolo, con tutte le attenzioni del caso. Oggi sono qui a dire a tutti di donare, se posso convincere anche solo una persona a dare il suo consenso alla donazione di organi avrei vinto anche la mia battaglia più grande".

Angelica Malvatani