Scatolificio aiuta la scuola materna

I fratelli Scheggia hanno donato ai bambini tutta la carta che avevano conservato nel magazzino

Giulia e Carlo Scheggia

Giulia e Carlo Scheggia

 

Approfittando del fermo obbligato per il lockdown, i fratelli Giulia e Carlo Scheggia, terza generazione dell’omonimo scatolificio fondato dal nonno nel 1979, hanno rimesso mano al magazzino dove, nel corso degli anni, erano stati accumulati una quantità di materiali cercando di salvare il salvabile. Completata l’opera, hanno pensato di donare tutta quella carta, di ogni colore e materiale, alla scuola dell’infanzia di San Liborio. "Una donazione cospicua, che permetterà ai bambini di divertirsi a disegnare e creare e che è stata molto apprezzata dalle insegnanti" riferisce Cinzia che invita aziende che hanno materiali inutilizzabili che possono essere utili per la scuola, a fare altrettanto. I due fratelli (33 anni lei, 30 lui), di fronte a una crisi che ha quasi dimezzato il fatturato, stanno traghettando l’azienda non senza difficoltà, ma con tanta voglia di farcela, fuori da un periodo doppiamente buio. "Bisogna giocare d’anticipo e fare qualcosa di nuovo, che ancora non c’è. Nostro padre, una decina di anni fa, quando la crisi cominciava a pungere, ha acquistato un macchinario per realizzare scatole di ogni formato, anche in quantità ridotte. Una scelta lungimirante" racconta Giulia. Da lì sono stati mossi i primi passi verso una diversificazione che sta proseguendo con la terza generazione Scheggia, puntando su un nuovo modo di intendere il packaging, su idee, originali e innovative.

Se la produzione per i calzaturifici è calata, l’azienda prosegue nella realizzazione di scatole per gioielli, capi di abbigliamento, oggettistica, per il wedding e per il settore alimentare che, soprattutto in periodo Covid, sta puntando molto sul delivrery e sull’asporto e "grosse richieste le abbiamo per prodotti tecnologici e informatici". Un esempio di scatola ‘interattiva’ in tempo Covid: quella contenente una mascherina e una matita con cui colorare il disegno sul coperchio e farne un oggetto da conservare. "Lavoriamo per start up di tutta Italia, con piccole e medie imprese che ci contattano tramite il web o col passaparola". L’azienda sta usufruendo, in maniera molto limitata della Cassa Covid "ma solo da poco sono arrivati i soldi di maggio. Il problema fondamentale di questo territorio è la mancanza di professionalità ed è un peccato – conclude la Scheggia – perché ci sono ancora aziende solide, ma non ci sono figure adeguatamente formate. Infine, oggi è fondamentale cercare clienti nuovi, in ogni settore possibile e far passare un nuovo concetto di packaging".

Marisa Colibazzi