Screening di massa: test per 22mila fermani

Pronto il piano per l’esecuzione tramite la modalità drive-in. L’obiettivo è somministrarne 30 ogni ora. Ci si potrà prenotare

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L’Area vasta 4 ha avuto il momento più difficile di questa seconda ondata di Covid a metà novembre, erano 70 i ricoverati, il livello di emergenza era altissimo. Poi c’è stato un andamento costante e oggi i numeri sono contenuti e si controlla un quadro che però non va mai sottovalutato, spiega il direttore Licio Livini: "Abbiamo avuto azioni importanti per evitare arrivare alla fase tre, oggi abbiamo meno pressione ma abbiamo da recuperare attività ospedaliere di area chirurgica, proviamo a tornare ad uno stato di normalità. Potremmo anche far partire i lavori importanti per creare posti letto, 15 di terapia intensiva e 10 di terapia semintensiva per cui abbiamo pronto anche il finanziamento". Secondo Livini lo scenario abbastanza positivo che abbiamo di fronte dipende dalla coesione tra le varie anime della sanità fermana, a partire dall’ospedale passando per il territorio e i medici di medicina generale: "Soprattutto abbiamo tutelato il nostro personale, abbiamo avuto solo 25 casi di positività, l’1 per cento del personale, e questo ci conforta". Livini spiega che il sistema si sta organizzando per il futuro, con due celle frigorifere per stoccare il vaccino anti Covid e avere un deposito provinciale: "In queste ore la Regione Marche delibererà lo screening di massa, abbiamo 6500 dosi per ora. Sarà un test antigienico rapido, eseguito e processato sul posto. Non è un obbligo, ci sarà una prenotazione, le persone positive saranno poi inserite nel percorso del tampone molecolare con il dipartimento di prevenzione".

La Regione pensa a 30 test ogni ora, un impegno immenso e a Fermo vorrà dire testare circa 22 mila persone, col sistema del drive in. Intanto in prima linea c’è sempre Luisanna Cola, direttrice dell’unità operativa di rianimazione, spiega che i numeri di oggi sono gestibili, ma se si cresce il sistema va in tilt: "Abbiamo l’obiettivo di curare tutti i malati di questa epidemia ma anche gli altri. In questi mesi abbiamo coperto il 50 per cento delle sedute operatorie rispetto all’anno procedente, abbiamo portato avanti le urgenze ma anche le situazioni che potevano diventare serie. Abbiamo dato una risposta alla popolazione per quello che si poteva fare, ci siamo comportati come dovevamo, con infermieri che hanno fatto doppi turni, rimescolando professionalità".

Per il Covid la rianimazione ha avuto 48 ricoveri nel primo picco pandemico, con una mortalità del 12 per cento, la rianimazione non Covid funziona con 4 posti letto e anche qui si porta avanti un lavoro fondamentale: "Il 5 per cento dei casi di Covid finisce in condizioni critiche, significa che dei 476 nuovi positivi di oggi, il 5 per cento è 23 persone che potrebbero finire in condizioni critiche, la metà ce la aspettiamo ricoverata, numeri più grandi non li possiamo affrontare, è fondamentale non ammalarsi, soprattutto è fondamentale per i pazienti fragili che non riusciamo a curare". Intanto ieri si è registrato il decesso di una 91enne di Sant’Elpidio a Mare.

Angelica Malvatani