Scuola, deroghe ai numeri per le classi a Fermo: appello dei sindaci al Ministero

Incontro in Provincia, il sottosegretario: "Serve un lasso di tempo credibile per azioni di questo tipo"

Paola Frassinetti è stata accompagnata dall’onorevole Albano e da Andrea Putzu

Paola Frassinetti è stata accompagnata dall’onorevole Albano e da Andrea Putzu

Fermo, 2 febbraio 2023 – Doveva arrivare intorno alle 14,30, nella sala consiliare della Provincia di Fermo, il sottosegretario all’istruzione e al merito Paola Frassinetti, arriverà alle 17 insieme con l’onorevole Lucia Albano, e intanto sindaci e dirigenti scolastici hanno raccolto le idee, hanno stilato un documento, hanno spiegato le difficoltà e la resistenza, quella dei piccoli comuni che difendono le loro scuole.

Un incontro voluto dal presidente della Provincia Michele Ortenzi con la consigliera Pisana Liberati e facilitato dal consigliere regionale Andrea Putzu, per spiegare e far arrivare al Governo le esigenze di un territorio fatto di piccoli e piccolissimi comuni, con le ferite del sisma ancora aperte, il rischio spopolamento e la denatalità.

Il primo a sollevare la questione è il sindaco di Magliano di Tenna, Pietro Cesetti: "Il limite di 15 alunni per classe è del tutto irrealistico per i nostri piccolissimi comuni, per i quali formare una classe diventa una corsa ad accaparrarsi i bambini, anche dei comuni vicini.

L’istruzione è un diritto per tutti, non è possibile che le deroghe valgano solo per i comuni del cratere sismico e per noi che siamo lì attaccati no". Una richiesta replicata praticamente da tutti i sindaci, con il primo cittadino di Campofilone, Cannella, che parla di imprese disperate: "Siamo riusciti a fare una classe di scuola primaria grazie, si fa per dire, ad una guerra. Ci hanno aiutati sei bambini ucraini che si sono stabiliti qui proprio per fuggire dalla guerra, ma per loro servirebbe personale specializzato e non è certo una soluzione stabile. Se in un paese di montagna bastano 8 bambini per fare una classe, perché da noi non bastano?".

Un discorso che anche la dirigente dell’Isc Betti di Fermo ha rafforzato, presentando un dato: "Quest’anno escono dalle nostre scuole medie 115 alunni, il prossimo anno ne entrano 60 nelle scuole dell’infanzia. È evidente che la denatalità sta avanzando, dunque tra pochi anni ci troveremo ad avere la metà della popolazione scolastica, aule vuote e docenti senza lavoro. Dunque, non basta abbassare il limite di 15 alunni per formare una classe ma serve anche ridurre il numero massimo di 30 che non è più realistico e nemmeno efficace per un insegnamento efficace e a misura di ogni ragazzo".

Alla fine la richiesta comune è proprio questa, rivedere i criteri di formazione delle classi, tenere conto del calo delle nascite che non avrà una controtendenza a breve, basta con le classi pollaio che non sono più gestibili: "Nemmeno dal punto di vista dell’edilizia – sottolinea il preside del Liceo Classico Piero Ferracuti –, abbiamo spazi adeguati per classi da 27 a 30 alunni, dopo il Covid speravamo che fosse ormai chiaro e acquisito che non si poteva andare avanti così".

Una scuola che va avanti nell’incertezza, nemmeno il prossimo anno partirà il liceo musicale perché le famiglie non hanno avuto rassicurazioni dall’ufficio scolastico regionale sull’effettiva partenza del corso. Secondo il sottosegretario Frassinetti, dalle Marche pot rebbe emergere un modello scolastico sulle piccole scuole che andrebbe esportato ovunque: "Non ha ratio la cancellazione di una classe per la mancanza di un alunno. Se c’è scuola ci sono servizi e vita. Serve un lasso di tempo credibile, non si può effettuare un’azione di questo tipo in un anno solo. Ci vuole una fase temporale di almeno tre anni che fotografi la situazione di prima del sisma e si cerchi di riportare le persone nei comuni, ripopolando le scuole".

Frassinetti ha spiegato che vanno sostenute tutte le scuole, spiace la tendenza nazionale di calo del liceo classico, scuola che allena il cervello. "Sono anni che chiediamo un intervento governativo sulla questione alunni per classe e deroghe e formare classi in maniera più flessibile – ha spiega Lucia Albano –. Non è stato fatto e sicuramente ci stiamo impegnando, intanto per il cratere, che subisce spopolamento più grave. Pongo anche la questione relativa ai borghi, che sono perno sociale e geografico, oggi è essenziale superare la rigidità di certe norme".