Scuole, piano degli accorpamenti La Provincia fa muro contro l’Usr

La consigliera Liberati: "Quello che ci hanno proposto per il nuovo anno scolastico ricalca i tagli previsti lo scorso anno che abbiamo cercato di scongiurare". Domani la discussione in Consiglio

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di Alessio Carassai

Sono trascorsi pochi mesi dall’avvio dell’anno scolastico, ma le difficoltà che interessano il mondo della scuola, soprattutto per i tagli alle classi tornano ad essere di grande attualità. Nel prossimo Consiglio provinciale in programma per domani alle 17,30, infatti, fra gli argomenti all’ordine del giorno sarà discusso il programma della rete scolastica e dell’offerta formativa del Fermano per il prossimo anno scolatico, quello che partirà a settembre per intenderci. E purtroppo nubi molto scure che si addensano all’orizzonte e non fanno presagire nulla di buono soprattutto per le piccole realtà della provincia.

"Nel corso della seduta non ci sarà una votazione ufficiale – spiega la consigliera provinciale con delega alla scuola Pisana Liberati –, ma solo una presa d’atto del programma che è stato definito dall’Usr (Ufficio scolastico regionale) per l’anno scolastico 2023-2024. Posso annunciare che in merito siamo molto critici e preoccupati, lo scorso anno ci era stato presentato un piano che presentava 25 criticità fra accorpamenti e tagli di classi, grazie all’impegno e alla collaborazione fra tutti Comuni, amministratori e forze politiche siamo riusciti a risolvere definitivamente 16 criticità e in due casi siamo riusciti ad ottenere la costituzione di due gruppi di classe in virtù dell’autonomia scolastica. Purtroppo anche quest’anno l’Usr ci ha riproposto gli stessi tagli dello scorso anno che interessano vari comuni tra cui Campofilone, Rapagnano, Magliano di Tenna per fare qualche accenno. Tra questi un un caso che mi torna in mente riguarda Falerone, in quest’ultimo caso l’Usr chiede l’abolizione di una prima elementare del capoluogo con i bambini che si dovrebbero trasferire nel polo scolastico di Montappone, cose di questo genere".

Quando il piano voluto dall’Usr ha iniziato a trapelare ed è arrivato ai Comuni sono nate le prime proteste e gli amministratori sono pronti a far sentire tutto il diniego del caso. "Oramai da qualche anno – continua Liberati – sentiamo parlare della riqualificazione dei piccolo borghi e della qualità della vita, ma questo indiscriminato taglio di classi sembra andare proprio nella direzione opposta: quella di penalizzare le piccole realtà della provincia. Il nostro territorio è composto di tante piccole comunità e la scuola è un servizio essenziale che non può essere piegato alla stringente logica dei numeri, per questo rimanderemo al mittente il piano dell’Usr. Anzi cercheremo attraverso i nostri rappresentati politici di far sentire la nostra voce al Governo nazionale. C’è bisogno di un rapido cambio di rotta con investimenti nel personale della scuola se vogliamo a fare formazione e creare nuove generazioni in grado di confrontarsi con le sfide di domani".