Siccità, le piogge sono dimezzate

Questo il dato choc di Coldiretti per il Fermano e per il Piceno: in Appenino registrato il –35%

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E’ allarme nelle campagne ascolane e fermane dove grano, girasole, mais, vite e olivo iniziano a sentire i primi segnali di stress a fronte di una siccità che, pur patita fin dall’inizio dell’anno, si è acutizzata nell’ultimo mese, a causa della scarsissime precipitazioni piovose. Questo è quanto comunica Coldiretti Ascoli Fermo a seguito del confronto tra i dirigenti interprovinciali della confederazione, riunitisi ieri mattina nella sede di Valmir di Petritoli, durante cui si è discusso anche della realizzazione di una rete di invasi idraulici diffusi sul territorio.

Secondo un’elaborazione dell’Organizzazione Agricola basata sui dati Assam, dall’inizio dell’anno le precipitazioni hanno registrato un brusco calo di oltre la metà, per la precisione del del 53 per cento, rispetto alla media storica degli ultimi dieci anni, mentre è pari al meno 46 per cento il dato che riguarda la parte collinare della provincia ascolana.

"Meglio, si fa per dire – dicono da Coldiretti – è andata sull’Appennino, dove le piogge sono cadute nella prima settimana di maggio senza tuttavia impedire un bilancio negativo pari al meno 35 per cento dall’inizio dell’anno".

Secondo le previsioni dovrebbe piovere nel weekend ma intanto si segnala una condizione di allarme anche per gli allevamenti dove occorre più acqua per abbeverare gli animali fiaccati dal gran caldo.

"Una situazione gravissima – dicono Armando Marconi e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – che obbliga a scelte coraggiose per non disperdere le risorse. Come Coldiretti chiediamo da tempo di efficientare e modernizzare il reticolo irriguo che oggi, in molte aree delle province di Ascoli e Fermo, è obsoleto, non a pressione e registra troppe dispersioni, oltre a investimenti mirati per creare invasi e aumentare la possibilità di raccolta delle acque". Un progetto, quest’ultimo, elaborato da Coldiretti e Anbi, già cantierabile, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. "L’idea – dicono da Coldiretti – è quella di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Si tratta di un intervento strutturale – conclude Coldiretti – reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di siccità, che nell’arco di dieci anni hanno causato 14 miliardi di euro di danni all’agricoltura italiana".

Paola Pieragostini