"Sicurezza dei corsi d’acqua grazie ai laghi artificiali"

L’ex sindaco di Amandola Treggiari: "Occorre riprendere un piano delle dighe"

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Migliorare la sicurezza dei corsi d’acqua delle Marche sfruttando semplici ma efficaci sistemi di prevenzione. Sono alcune delle considerazioni dell’ex sindaco di Amandola Riccardo Treggiari, oltre che ex ingegnere responsabile di cinque dighe marchigiane, propone all’indomani della tragedia che ha provocato morte e danni nelle provincie di Pesaro–Urbino e Ancona in seguito alla bomba d’acqua del 15 settembre. "Purtroppo Senigallia è stata colpita dall’ennesima alluvione che ci lascia tramortiti osservatori con le lacrime agli occhi – commenta Riccardo Treggiari - come successe anni fa, nel nostro fermano. Sicuramente, con il senno del poi, è facile parlare, ma vorrei dare il mio modesto contributo. Durante gli anni della mia professione, sono stato ingegnere responsabile di ben cinque dighe nelle Marche; credo di aver vissuto momenti difficili durante eventi calamitosi in corso, ma sono convinto di averli, con i miei collaboratori: ingegneri, geometri, guardiani diga, affrontati sempre con impegno e coscienza adeguati alla situazione. Ritengo che la realizzazione dei laghi artificiali sia stata, nella quasi totalità dei casi, determinante per la salvaguardia degli abitati a valle per cui, laddove possibile e necessario, anche per incamerare acqua da potabilizzare, irrigazione e produzione di energia, occorre riprendere il programma di un serio piano nazionale dighe". Queste le considerazioni alla base della proposta avanzata.

"Per Senigallia – conclude Treggiari - gioca un ruolo importante di interferenza l’esistenza del porto canale e la presenza di scriteriati tombamenti di corsi d’acqua a valle dell’autostrada, ma quello che si propone vale per molti nostri centri costieri; la probabile soluzione al problema la sintetizzerei in tre punti. La realizzazione di vasche di laminazione naturale a monte del centro abitato; per la realizzazione delle stesse, la nomina di un Commissario straordinario con pieni poteri, che imponga ciò che la politica non ha il coraggio o la voglia di fare; infine istituire una squadra permanente di sorveglianza del corso del fiume, ripristinando quella che un tempo si chiamava polizia idraulica".

Alessio Carassai