Sicurezza delle scuole a Fermo, gli studenti protestano. "Non vogliamo altri crolli"

La manifestazione dei ragazzi della Rete degli Studenti Medi Marche

La manifestazione

La manifestazione

Fermo, 13 ottobre 2018 - Gli studenti chiedono scuole sicure e investimenti certi, un impegno serio per costruire, sui banchi, il loro futuro. Sono scesi in piazza anche a Fermo ieri i ragazzi della Rete degli Studenti Medi Marche, poche decine per la verità, ma è stata comunque l’occasione per dire di un certo disagio, della preoccupazione degli studenti per gli spazi del tutto inadeguati e per la mancanza di prospettive per la scuola. Lo spunto della protesta, andata in scena in tutta Italia, è l’annuncio di un nuovo taglio di 100 milioni da parte del Governo ai fondi per l’istruzione pubblica.

«Ci siamo interrogati – spiegano – sull’efficacia dell’attuale alternanza scuola lavoro, scarsamente regolamentata e che non riesce a farsi carico della vera formazione professionalizzante degli studenti, e in seguito anche del diritto allo studio regionale e nazionale, che risulta essere pressoché assente e che non riesce ad annullare le problematiche provocate dal caro libri e trasporti».

Dagli studenti è poi è emersa la necessità di confrontarsi sul tema della didattica scolastica, antiquata e inadatta a stimolare il percorso di crescita personale degli studenti, e sulle esperienze e i casi di edilizia scolastica, problematica che riteniamo ancora altamente sottovalutata, specie nella nostra Regione. «Infatti, dopo il sisma del 2016 e dopo i fatti che hanno riguardato il Montani crediamo che non sia più possibile ignorare le problematicità dei plessi scolastici marchigiani».

Eddi Tridi, che ha coordinato l’iniziativa spiega: «È la nostra prima uscita a Fermo come sindacato degli studenti, siamo soddisfatti del livello della discussione e degli spunti che sono emersi. Abbiamo già chiesto alla presidente della Provincia un incontro per confrontarci sulle diverse criticità emerse». A lamentarsi sono in particolare i ragazzi del liceo delle scienze umane, la cui sistemazione non è mai stata ultimata, lo spazio non basta più per tutte le aule e ci sono ancora tante barriere architettoniche. A disagio anche gli studenti del Montani, riorganizzati anche al convitto dopo il crollo del soffitto, e quelli del liceo classico che pure hanno parte dell’edificio chiuso: «Siamo pronti a confrontarci su questi temi con gli amministratori – spiega ancora Eddi – abbiamo bisogno del supporto e delle idee di tutti i ragazzi per rappresentarli al meglio. Per questo saremo di nuovo in piazza, anche il 16 novembre, e stavolta speriamo di essere davvero numerosi e rumorosi».