Simula sequestro e furto: condannato

L’autotrasportatore aveva finto di essere finito nelle mire di alcuni malviventi in A14 e aveva chiesto aiuto

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Aveva simulato tutto, anche di essere stato sequestrato e rapinato da una banda di malviventi mentre, d’accordo con alcuni complici, aveva fatto sparire il carico che trasportava nel suo autoarticolato. Per questo motivo G.C., un camionista 50enne di Teramo, è finito davanti al giudice del tribunale di Fermo ed è stato condannato a due anni e quattro mesi per simulazione di reato e furto. L’imbroglio era stato scoperto dalla polizia dopo un’indagine lampo durata appena 24 ore. Il fatto risale al novembre 2016, quando al 113 era giunta una richiesta di intervento da parte del titolare di un’officina meccanica per trattori lungo la Provinciale Castiglionese, in quanto si era presentato un uomo che sosteneva di essere stato sequestrato e rapinato la notte precedente mentre era in sosta all’interno dell’area di servizio Conero Ovest. Sul posto si erano subito portati gli uomini del commissariato di Fermo, che avevano trasportato il camionista al pronto soccorso. La finta vittima, aveva raccontato, anche se in modo confuso, che la sera precedente, mentre si trovava in sosta presso l’area di servizio Conero Ovest, direzione Sud dell’A14, era stato sorpreso all’interno della cabina del camion di cui era alla guida, da un uomo che, armato di pistola, l’aveva costretto a riprendere la marcia per poi fargli abbandonare l’arteria autostradale una volta giunti in prossimità del casello di Loreto. L’autotrasportatore aveva poi riferito, che da qual momento in poi non ricordava più nulla, fino a quando non era stato scaricato ed abbandonato nella zona di Fermo. Sospettava di essere stato narcotizzato in quanto, oltre a non ricordare nulla, si sentiva stordito e confuso. Il camion ed il rimorchio condotto da G.C., nel frattempo, era stato rinvenuto dai carabinieri di Pedaso lungo la Valdaso. La merce trasportata, ovvero numerosi bancali di bibite e liquori, prelevati presso una ditta Veneta, era stata rubata. Il bottino ammontava a circa 50mila euro. Il camionista, dimesso ed accompagnato in commissariato, era stato sentito come persona informata dei fatti. Le sue dichiarazioni erano apparse inverosimili, soprattutto perché in sede di analisi cliniche era stato dimostrato in modo certo che l’uomo non era stato in alcun modo narcotizzato e non presentava alcun tipo di lesione, benché sostenesse di essere stato picchiato ad un fianco. Anche il racconto sulle modalità in cui era stato abbandonato dai suoi presunti sequestratori non avevano trovato riscontro nella realtà dei fatti e dei luoghi.

Fabio Castori