Fermo, "Ho vinto il tumore e corro le maratone"

Alfonso Zoppo Martellini: l’ho scoperto e affrontato da maratoneta

Alfonso Zoppo Martellini

Alfonso Zoppo Martellini

Fermo, 19 ottobre 2018 - Quando racconta la sua storia Alfonso sorride, lui va di corsa sempre e ha il fisico asciutto di chi vive con le scarpe da ginnastica sempre pronte. Alfonso Zoppo Martellini è nato una seconda volta, nel 2012, quando ha sconfitto un tumore che senza lo sport forse non avrebbe trovato in tempo.

Racconta quei giorni con malinconia, ma anche con la forza di chi non ha mai perso il sorriso: «Ero già un maratoneta, avevo appena compiuto 50 anni e facevo tante gare, mi allenavo spesso, subito dopo il lavoro. Non avevo alcun segno forte di malessere, anche se forse qualche segnale l’ho trascurato. Finché una sera il mio corpo mi ha dato un messaggio chiaro e ho dovuto fare i conti con la realtà».

Durante un allenamento si è accorto di una stanchezza enorme, delle gambe che non rispondevano più, del corpo che non era più quello di sempre conosciuto e familiare ad un uomo di sport come lui. È arrivata la diagnosi, tumore al colon, una situazione abbastanza seria, per fortuna senza metastasi evidenti. Subito l’intervento, sei mesi di chemioterapia, seguito dal reparto di oncologia del Murri: «Ho sempre voluto sapere tutto, non ho chiesto che mi venisse addolcita la pillola, sapevo che la situazione era seria ma non avevo nessuna intenzione di mollare. E devo dire che la chemio non mi ha dato troppi disturbi, una piccola corsetta ancora la facevo volentieri e non mi sono mai perso d’animo. Al reparto mi hanno sostenuto in ogni modo, anche dal punto di vista psicologico, i medici e il personale hanno saputo accompagnarmi al meglio, dal dottor Giustini, l’ex primario, all’oncologo Acito e tutti quelli che si trovano a lavorare in un posto così importante».

La terapia è andata avanti fino a gennaio 2013, i controlli successivi hanno dato esito negativo e Alfonso ha preso la vita un giorno dopo l’altro, come fosse un dono: «Ho finito con le chemio a gennaio, l’anno dopo ad aprile ero a Parigi, per una delle più importanti maratone al mondo. Non è soltanto una gara da un circuito velocissimo ma è caratterizzata anche da un percorso  meraviglioso che si snoda  all’interno  della  città costeggiando  l’affascinante Senna e toccando i quartieri più noti e i monumenti più celebri come gli Champs-Élysées, la Concorde, la Bastiglia, La Torre Eiffel, La Cattedrale di Notre-Dame. Sono diverse decine di chilometri e per me contava solo esserci, non mi importava del risultato, era l’amore per lo sport ma anche la riconoscenza perché senza la mia passione per la corsa forse non sarei arrivato in tempo a capire che c’era qualcosa che non andava».

Da quel giorno ad oggi Alfonso di maratone ne ha corse sette, ha corso ai campionati italiani a Foligno, per 21 chilometri, è anche nella sua terra, con la squadra Moretti Corva, portando anche a casa qualche medaglia, si allena 4 volte a settimana e si prende cura del suo corpo, ascoltandone i segnali: «Bisogna fare attenzione, fare sport senza esagerare e sempre con una adeguata preparazione e soprattutto non sottovalutare i segni che la malattia lascia. Bisogna arrivare presto, per guarire».