Strade Fermo, quasi la metà delle strade a rischio per dissesto idrogeologico

La mappa riguarda tutta la provincia e i 700 chilometri di arterie che la percorrono. La zona 'rossa' è la medio collinare

Il pericolo esondazione viene da fossi e torrenti

Il pericolo esondazione viene da fossi e torrenti

Fermo, 26 novembre 2019 - Il Piano assetto idrogeologico (Pai) redatto dalla Regione Marche disegna la mappatura delle criticità del territorio regionale, definendone anche il grado dei diversi rischi idrogeologici, alluvionali, valanghe ed erosione della costa. La provincia di Fermo conta circa 700 chilometri di strada e di questi, circa il 40% verte su zone definite a rischio dissesto. Nello specifico, la maggior zona ad alto rischio di dissesto idrogeologico è quella dell’intera fascia medio collinare. Il rischio valanghe è segnalato in zona montana (Montefortino) mentre quello esondazioni è a carico del reticolo idrografico minore (fossi, torrenti e canali).

Mareggiate

La mappatura territoriale dei rischi si completa con quelli legati all’erosione della costa, di cui sono esempio le ultime mareggiate che hanno colpito in particolare la zona di Porto Sant’Elpidio. Più stabili i terreni di valle. Questo è il quadro della situazione descritto dagli uffici della Provincia, redatto secondo studi statistici e morfologici del terreno, su cui si basa il Pai.

Frane

Le zone di dissesto dette «ad alto rischio frane» sono quindi quelle dei versanti delle strade: Matenana, Montottonese, Rapagnanese, Monterubbianese e la Monte San Pietrangeli. Tra le criticità maggiori, merita di essere ricordato il caso davvero emblematico della Strada del Crocifisso, classificata a massimo rischio frana (di collegamento tra Monterubbiano e Moresco che prosegue per riscendere sulla Valdaso). L’intera strada in questione è fortemente compromessa da frane, smottamenti e avvallamenti, al punto di essere stata chiusa al traffico (esclusi i residenti). Ma quali sono le origini del dissesto? Secondo la provincia, ad incidere sono varie cause. In primis la morfologia del terreno della media valle fermana (Valtenna, Valdaso, Valdete) essenzialmente argilloso, limoso e di conseguenza franoso. Poi la cattiva regimentazione delle acqua provenienti dai terreni agricoli prospicenti la strada.

A tale scopo è infatti nota l’ordinanza «tipo» emanata in passato per governare il sistemazione di lavorazione dei terreni (si invitavano gli agricoltori ad evitare solchi che creassero incanalature di acqua verso l’asfalto) e di pulizia rurale. Ultimi, ma non meno importanti i fattori di cambiamento climatico e mancanza di fondi per effettuare la manutenzione ordinaria

Fiumi

Altra nota dolente, è rappresentata dal rischio di esondazione, che è essenzialmente legato allo stato di manutenzione del cosiddetto «reticolo idrografico secondario», vale a dire torrenti, fossi e canali, di competenza del consorzio di bonifica.