REDAZIONE FERMO

"Strattonata e minacciata perché curo i gatti, inizio ad avere paura"

Novella Bice Segatori, storica volontaria e presidente dell’associazione Amici a 4 zampe onlus, ha dovuto chiamare i carabinieri

Un’aggressione in piena regola, per essersi presa cura di una colonia felina. È quello che è successo a Montegranaro a Novella Bice Segatori, storica volontaria e presidente dell’associazione Amici a 4 zampe onlus, che ha dovuto chiamare i carabinieri, solo per portare avanti il suo impegno di controllo e cura dei gatti di una colonia censita: "Si tratta di un gruppo di gatti che mi sono stati segnalati dall’amministrazione comunale, me ne prendo cura come colonia felina censita e protetta dalla legge e ho provveduto anche alle necessarie sterilizzazioni, a carico dell’associazione, perché si stavano moltiplicando fuori controllo. Dunque, quello che faccio è garantire igiene e controllo, eppure quando sono arrivata nel cortile in cui sono riparati i gatti sono stata strattonata e minacciata, proprio perché davo da mangiare ai gatti e ne riportavo uno che ha subito delle cure". I carabinieri sono intervenuti subito per calmare la situazione, Novella però si dice preoccupata e spaventata: "Ho condiviso le mie preoccupazioni col sindaco, già mi faccio carico dei gatti come servizio anche pubblico, oltre che per assistere gli animali che hanno tutto il diritto di essere sfamati e curati. Se devo anche preoccuparmi per la mia sicurezza sinceramente mi sembra troppo. Quello che vorrei che si capisse è che ci sono regole precise per la presenza di gatti, la cura che una associazione o una volontaria come me porta avanti va nell’interesse di tutti. Noi controlliamo le nascite, noi riusciamo a circoscrivere il problema, a tenere pulita la zona ma nessuno può chiedere di spostare gli animali o può pensare di far loro del male. I gatti che vivono liberi sono protetti, dalla legge regionale e dal codice penale, il loro maltrattamento è perseguito penalmente con la reclusione da tre mesi a un anno o la multa da 3 a 15mila euro, mentre l’uccisione è punita con la reclusione da 3 a 18 mesi".