Summit sul quartiere Lido Tre Archi Il Prefetto: "Situazione migliorata"

Grazie ai progetti Arco e Piste si è riusciti a reperire i fondi europei per intervenire nella zona periferica. Prosegue l’integrazione con uno sportello di ascolto. Il sindaco: "Avanti con la riqualificazione territoriale"

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Ha conosciuto Lido Tre Archi appena nominata Prefetto di Fermo Vincenza Filippi, ormai più di due anni fa. Sul quartiere più periferico della città si è tenuto il primo incontro del comitato per la sicurezza che ha vissuto da prefetto, da allora tante cose sono cambiate, tante risorse sono arrivate dall’Unione europea, Lido Tre Archi ha ricevuto attenzioni e possibilità. È il tempo per tracciare un primo bilancio di due progetti comunitari, Arco, azioni di rafforzamento comunitario, e Piste, entrambi sostenuti dal fondo per l’asilo, la migrazione e l’integrazione. Al Ministero dell’Interno c’è Mara Di Lullo che ha guidato la prefettura di Fermo negli anni difficili, sotto il sisma del 2016 e oggi segue proprio i progetti di integrazione: "Una realtà quella di Fermo bellissima, con qualche problema, quello che si fa con i fondi europei Fami è veramente importante. La prefettura di Fermo riesce a realizzare iniziative meritorie e attività che possono servire al territorio per migliorare le condizioni di tutti, grazie ad una rete veramente efficace", ha ricordato il prefetto Di Lullo. Nel gruppo di lavoro dei due progetti le associazioni del territorio, l’Area vasta 4, gli ambiti sociali, le cooperative e le forze di polizia. Per il sindaco Calcinaro si tratta di iniziative che portano risultati importanti, per un quartiere come Tre Archi: "Stiamo lavorando sulla riqualificazione territoriale, per poter rendere più accogliente quella zona e inserire peculiarità che possano richiamare persone da altre realtà circostanti. Oggi a Tre Archi c’è una situazione sicuramente migliorata". A coordinare i progetti il vice prefetto vicario Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi, il prefetto Filippi ha portato numeri importanti: "Il progetto Arco si propone di rafforzare il sistema dei servizi e organizzare un intervento mirato di welfare e integrazione. Per partire ci sono stati sei consigli territoriali per l’immigrazione, altrettanti incontri con referenti pubblici e privati per costruire una rete efficace e ben 20 tavoli di lavoro. L’Università di Urbino ha svolto un’attenta ricerca che ha portato a capire il volto del quartiere, con due mila residenti di cui 1200 stranieri". Nel sondaggio commissionato all’università e coordinato dal docente Eduardo Barberis sono emerse problematiche legate all’esigenza di un’abitazione stabile e dignitosa. Per questo il progetto ha visto la realizzazione di momenti di incontri, festival multiculturali, laboratori creativi ma anche servizi reali: "Si è lavorato molto sul concetto di benessere a tutto tondo – spiega ancora il prefetto – Tassello fondamentale è stato lo sportello di ascolto". Sono passati lì 281 utenti, di cui 182 maschi, per lo più nella fascia d’età tra i 31 e 50 anni. Presenti praticamente tutte le etnie del mondo, con una preponderanza di nigeriani. Più mirato all’inclusione lavorativa e alla garanzia di salute il progetto Piste per cui ci sono stati 18 incontri laboratoriali, 6 di formazione, 30 le situazioni nelle quali si è intervenuti per garantire accompagnamento e accoglienza.

Angelica Malvatani