Superenalotto da record, ma a Montappone "il milionario si è dimenticato di noi"

Nel maggio del 2021 centrò un 6 da 156 milioni. Il ricevitore: "Chiamò per ringraziare, poi non ha donato un euro". La delusione del sindaco: "Speravo nei fondi per una casa di riposo"

Montappone (Fermo), 4 dicembre 2022 - Febbre da Superenalotto. Sabato sera è uscito un 5-1 da 1milione e 150mila euro ma da una vita si aspetta il 6 e siamo arrivati al montepremi record della storia del gioco: 321milioni e 600mila euro. Domani sera nuova grande attesa. Il record di vicnita italiana è proprio legata al Superenalotto (209 milioni vinti a Lodi nel 2019), ma l’ultima super vincita è stata realizzata nel 2021 a Montappone 156 milioni. Fra l’altro il paese fermano è il paese più piccolo d’Italia (1700 abitanti) che ha vinto di più. Siamo andati lì, a vedere come si vive. 

Superenalotto, le vincite record
Superenalotto, le vincite record

Quante cose si possono fare con 156 milioni di euro? Come può cambiare la vita se ti piove dal cielo una cifra simile? Se lo sono chiesto tutti i 1700 abitanti di Montappone (video), piccolo comune della provincia di Fermo, nelle Marche. Sistemato in collina, a 370 metri sul livello del mare, qui si vive di artigianato, il distretto del cappello è conosciuto anche all’estero. Il 22 maggio del 2021 Montappone era però su tutti i giornali e in televisione perché è capitata proprio qui una vincita record al Superenalotto. Il 6 centrato con una schedina da due euro appena, tradotta proprio in quei 156 milioni di euro.

Che cosa è successo da allora? C’è qualcuno che ha cambiato radicalmente vita, qualcuno che se n’è andato o che si è fatto vivo per condividere una simile fortuna? Il sindaco Mauro Ferranti per un po’ ci ha sperato, il bilancio del comune si aggira sui 2 milioni di euro appena e se capita qualche spesa imprevista si fa fatica a chiudere i conti: "Ricordo benissimo quella sera, racconta Ferranti che guida il paese da 9 anni, alle 8 di sera hanno cominciato a telefonarmi i giornalisti. Quando c’è stata la conferma siamo finiti davvero sotto una bufera mediatica, per una settimana almeno. Poi sono cominciate ad arrivare le richieste di aiuto da parte di associazioni benefiche ma anche di persone in difficoltà che ci chiedevano di poter partecipare alla buona sorte. Lui invece, il vincitore, non s’è mai fatto vivo".

I tempi, si sa, sono difficili, la povertà morde, i piccoli comuni hanno una popolazione che invecchia: "Coi fondi scarsi che abbiamo c’è poco da progettare qui, per fortuna le scuole le abbiamo sistemate tutte, cerchiamo di essere vicini ai nostri concittadini come possiamo. Se ci avesse fatto un regalo con quella vincita magari potevo farci una casa di riposo che qui manca o potevamo metter via risorse preziose per aiutare chi non ce la fa".

Per le emergenze e per le necessità di chi si trova in affanno si arriva anche a fare la colletta tra gli amministratori, la pandemia non ha aiutato, le piccole aziende manifatturiere non sempre ce la fanno: "Qui da noi c’è ancora un senso di comunità molto forte, ci aiutiamo tra noi, per questo eravamo sicuri che non si sarebbe dimenticato di questa comunità". Anche lo storico titolare della ricevitoria di via Roma, Gianmario Mannecozzi, si aspettava un pensiero da parte del misterioso vincitore: "Intendiamoci , non che mi dovesse niente. Però di solito un regalo si fa alla ricevitoria, me lo aveva anche detto al telefono quella sera. Per la riconoscenza non c’è prescrizione, magari ci ripensa".

Un punto vendita aperto anche di domenica, oltre ai biglietti per tentare la fortuna trovi generi di prima necessità: "Ho cresciuto due figlie grazie a questa attività, il regalo più grande per me sono loro. Mi sarebbe piaciuto vedere che questa persona magari condividesse la sua sorte con chi è povero". Zamir è un giovane di origine albanese, da piccolo è arrivato a Montappone: "Se avessi vinto io avrei aiutato la mia famiglia però sarei rimasto, qui si vive bene".

Giovanni racconta che per un po’ hanno pensato che il vincitore fosse lo stesso titolare della ricevitoria: "Di certo, non ho vinto io, sono 40 anni che lavoro duramente e continuo con la mia solita, faticosa vita". A chiedere in giro sollevano tutti le spalle, non c’è molta voglia di commentare, ci si aspettava di vivere in comunità anche la fortuna, per una cifra enorme che di certo fa girare la testa a tutti.