
Massimo Comini e Olindo Dionisi
Sei anni e 10 mesi di reclusione. Questa la pena che il sostituto procuratore di Ascoli Cinzia Piccioni ha chiesto per Danilo Rotini, 21enne di Montefortino, accusato del tentato omicidio di un amico, un coetaneo di origini cilene, avvenuto il 26 luglio 2024 ad Amandola. Questo il punto principale dell’udienza che si è tenuta ieri mattina davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Barbara Caponetti.
L’imputato, che aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica, all’esito delle operazioni peritali era stato ritenuto dal perito Ida De Lauretis pienamente capace di intendere e volere. Dopo la richiesta della pubblica accusa il processo è stato aggiornato a domani per le repliche di tutte le parti e la sentenza.
L’imputato è difeso dagli avvocati Massimo Comini e Olindo Dionisi, mentre la parte civile dall’avvocato Emiliano Carnevali, che assiste il padre della vittima che invece non si è voluto costituire contro l’amico che lo ha accoltellato prendendo alle spalle con violenza tale che la lama del coltello da cucina utilizzato si è perfino spezzata e una scheggia è rimasta nel corpo del 21enne di origini cilene, che fu operato a seguito delle gravi lesioni riportate che ne hanno messo in pericolo la sopravvivenza.
La richiesta del pm Piccioni ha tenuto conto dell’aggravante dei futili motivi. Una contestazione contro la quale si sono opposti con forza gli avvocati difensori di Rotini che nell’arringa difensiva hanno sostenuto l’assenza di elementi in grado di supportare questa aggravante che ha un peso specifico sull’entità della pena finale. Comini e Dionisi hanno invece chiesto la concessione delle attenuanti generiche per ottenere una pena più mite per il loro assistito.
Un processo vissuto anche sulla perizia della dottoressa Isa De Lauretis secondo la quale "all’epoca dei fatti Danilo Rotini non era affetto da infermità mentali rilevanti ai fini forensi; pertanto non si ritiene compromessa la capacità di intendere e la capacità di volere". La psichiatra e dirigente medico del dipartimento di Salute mentale di Teramo ha anche accertato che allo stato attuale le condizioni psichiche di Rotini "non compromettono la capacità di partecipare coscientemente e utilmente al processo".
Lo scorso 9 maggio Rotini è stato scarcerato a seguito della decisione del giudice di concedergli dopo oltre 9 mesi i domiciliari, stante anche il parere favorevole della Procura.
Peppe Ercoli