Tentato omicidio: sei alla sbarra

Traffico di droga, il commando si era presentato in un condominio di Lido Tre Archi e aveva sparato ai rivali

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Fermo, 1 aprile 2022 - Li avevano inseguiti fino in casa per esplodergli contro cinque colpi di pistola. Per questo motivo sono comparsi davanti al Collegio penale del tribunale di Fermo in sei. Si tratta di Saber Abd El Malek, un tunisino di 35 anni residente a Fermo; Anthony Gatto, un fermano di 32 anni originario di Napoli; Ferdinando Di Perna, 49 anni, di Fermo; Enrico Manzella, 48 anni, di San Benedetto del Tronto; Nelu Claudiu Ciucur, 43enne di origini romene, residente a Porto San’Elpidio, e Luminita Dumitrescu, 52 anni, di San Benedetto del Tronto, anche lei di origini romene. Gli imputati, difesi dagli avvocati Giuliano Giordani, Ombretta Cognigni e Maurizio Cacaci, sono stati chiamati a rispondere di duplice tentato omicidio in concorso. Nel corso dell’ultima udienza c’è da registrare la defezione di uno dei testimoni, presumibilmente intimorito dalla presenza degli imputati, considerati dagli inquirenti estremamente pericolosi. In questo contesto il pm ha deciso di giocarsi una nuova carta chiedendo di avere prossimamente in aula un altro degli ufficiali dei carabinieri che si era occupato delle indagini in modo da avere un quadro ancora più chiaro sull’identità degli autori del raid e delle persone registrate durante le intercettazioni. L’inquietante episodio si era consumato la notte del 5 giugno 2013 in un condominio di via Mattarella, nei pressi dei giardini del quartiere di Lido Tre Archi.

Erano da poco passate le quattro quando alcuni uomini, uno con il volto coperto da un passamontagna, si erano recati nei pressi l’abitazione al piano terra dove vivevano due tunisini. Una volta di fronte al loro appartamento avevano fatto cadere a terra la moto dei nordafricani, che, attirati dal rumore, erano subito usciti. Quando si erano trovati di fronte a quelle persone, uno dei quali con una pistola in pugno, i due tunisini, visto il pericolo imminente, avevano cercato scappare, rifugiandosi in casa, ma erano stati inseguiti dall’aggressore armato. I nordafricani, una volta nell’appartamento, per salvarsi dalla morte certa, avevano cercato di chiudersi in camera: il braccio dell’aggressore era rimasto incastrato nella porta e l’uomo con in pugno la pistola aveva iniziato a sparare. Poi si era recato all’esterno ed aveva esploso alcuni colpi contro la finestra. Nel gettarsi a terra per evitare i proiettili, uno dei tunisini era rimasto ferito, riportando una ferita alla testa.

L’extracomunitario era stato immediatamente trasportato al pronto soccorso di Fermo. Sul posto erano intervenuti i carabinieri, che, dai bossoli, erano risaliti alla pistola utilizzata per cercare di uccidere i due tunisini: una Beretta automatica dello stesso tipo usato dall’esercito. Era emerso così che si era trattato di una vera e propria spedizione punitiva legata al traffico di droga e alla spartizione del territorio fermano da parte di bande rivali.

Fabio Castori