Terremoto, 5 anni nel container ad Amandola. "Ma noi non molleremo"

Martina Gravucci, 24 anni, ha preso in mano l’attività di famiglia ad Amandola dopo il terremoto: "Produciamo mele rosa dei Sibillini, fresche e in confettura"

Martina Gravucci

Martina Gravucci

Fermo, 24 agosato 2021 - Ha la motivazione di chi è giovane e ha combattuto contro il terremoto con grinta e determinazione. E’ Martina Gravucci, che a soli 24 anni è titolare dell’azienda agricola ’Le Spiazzette’ di Amandola, specializzata in composte (confetture) di mela rosa dei Sibillini. Martina è subentrata nella gestione aziendale ai genitori, dopo aver affrontato con loro tutte le difficoltà legate al terremoto del 2016. Vive ancora con la famiglia in un container, ma Martina ha scelto il rilancio aziendale al punto di meritare l’attenzione dell’Accademia italiana della cucina che ha assegnato a ’Le Spiazzette’, il premio ‘Massimo Alberini’ 2021 per l’eccellenza della composta di mela rosa. Cosa producete? "Mela rosa dei monti Sibillini come prodotto fresco e in confettura, destinata al mercato di nicchia in Italia" Cinque anni dal 24 agosto 2016. Che ricordo ha? "Bruttissimo che accomuna tutti: la casa che trema, noi che scappiamo e il laboratorio di trasformazione di prodotti anch’esso danneggiato. Ci siamo trovati in pochi minuti senza casa e senza laboratorio". Cosa avete fatto? "Siamo dovuti andare a vivere in un’altra casa e nel frattempo il laboratorio era impraticabile. Poi, un’altra scossa ha reso anche la seconda casa inagibile e siamo vissuti in tenda per diversi mesi, montata vicina al laboratorio" Poi vi è stato consegnato il container. Ma come è andata per il laboratorio danneggiato? "Viviamo ancora nel container mentre sono iniziati a marzo i lavori di ristrutturazione della nostra casa. Per il laboratorio, non potevamo aspettare l’intervento della Regione e abbiamo realizzato i lavori di ristrutturazione con le nostre forze economiche pur di ricominciare a lavorare".

Come è andata? "Per il Natale del 2016 siamo stati aiutati tanto dalla rete di acquisti di solidarietà promossa a sostegno dei paesi colpiti dal sisma". Qual è stato il periodo più duro? "La scelta di fare l’adeguamento del laboratorio dopo la ristrutturazione, ancora una volta a nostre spese. Ci siamo trovati davanti ad un bivio: investire o mollare". Non solo non ha mollato, ma nel 2019 decide di subentrare nella gestione aziendale. "Lo rifarei ancora perché so quanto vale la nostra terra e la ricchezza che offre. Ho scelto di fare il biologico e di realizzare un progetto di potenziamento aziendale con sala ristorazione e fattoria didattica e ce la farò".