Terremoto, la rabbia dei sindaci: "Paralizzati dalla burocrazia"

Da Ciaffaroni a Marinangeli: "Bisogna cambiare metodo, così non va"

Terremoto, i danni all'ospedale di Amandola (foto Zeppilli)

Terremoto, i danni all'ospedale di Amandola (foto Zeppilli)

Fermo, 31 gennaio 2017 - «Bisogna alleggerire la burocrazia, concedere più poteri alla Regione e ai sindaci se si svoglino garantire risposte efficaci in tempi brevi». In sostanza è questo il concetto che i primi cittadini dell’area montana mettono in campo, al fine di dare una forte accelerata alle procedure burocratiche e consentire alle persone sfollate, che stanno vivendo i disagi provocati dal terremoto, di tornare a vivere con maggiore serenità dopo i tanti mesi di difficoltà.

Ad aprire il dibattito è stato il gesto eclatante che il sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini, ha compiuto ieri nella sala del rettorato dell’Università di Camerino, abbandonando l’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Pensavamo che ci potesse essere un dialogo con il presidente – ha detto Saltamartini – invece siamo solo costretti ad ascoltare, mentre i problemi non vengono risolti». Molti i commenti dei sindaci del territorio Fermano. «Bisogna cambiare metodo – sostiene Domenico Ciaffaroni sindaco di Montefortino – l’emergenza neve l’ha dimostrato ampiamente. Questa non è una polemica, ma una considerazione: non possono arrivare piani dall’alto che non hanno la minima consapevolezza del territorio. C’è troppa burocrazia, in tempo di guerra vale il codice di guerra e non il codice civile. In questa maniera si può intervenire rapidamente a fronteggiare le situazioni, altrimenti aspetteremo che crolli quello che è rimasto».

«E’ dal 24 di agosto – dichiara Adolfo Marinangeli sindaco di Amandola – che sostengo che bisogna dare più potere ai sindaci se si vogliono dare risposte rapide. Commentando le dichiarazioni del magistrato Raffaele Catone, tempo fa dissi che i sindaci devono avere le mani libere per lavorare. Quello che sta accadendo è poco rispettoso verso chi è in trincea da 5 mesi». «Si è bloccato tutto da metà dicembre – spiega Fabrizio Vergari sindaco di Santa Vittoria in Matenano – dobbiamo evadere ancora tre quarti delle richieste di sopralluogo per le schede Fast. La macchina burocratica è troppo complessa, se concedessero maggiori poteri ai sindaci, si potrebbero velocizzare le procedure per le abitazioni con piccoli danni. Riportare le famiglie a casa, questo creerebbe minori disagi alla popolazione e meno costi per lo Stato che deve pagare le autonome sistemazioni». Cambia comune, ma non la prospettiva.

«La gente è esasperata – commenta Adamo Rossi sindaco di Montefalcone Appennino –. Ancora oggi si devono ultimare le compilazioni delle schede Fast. I cittadini ci chiedono risposte e l’unico modo per farlo in maniera rapida ed efficace è quello di concedere maggiori poteri alla Regione e ai sindaci. Nel sisma del 97’ sono stati i i comuni a gestire l’emergenza e i risultati si sono visti. Anzi gli edifici ristrutturati in quell’occasione, oggi hanno subito pochi danni. Nel mio Comune ci sono famiglie che sono fuori casa pur avendo abitazioni con danni minimi». Sulla stessa linea anche il primo cittadino di Smerillo, Antonio Vallesi.