Terremoto Fermo, 51 chiese ancora inagibili

L’arcivescovo ha fornito l’elenco con l’ordine di ristrutturazione. La curia provvederà subito a sistemare le prime dieci

Sono 51 le chiese dell’arcidiocesi di Fermo ancora da ristrutturare

Sono 51 le chiese dell’arcidiocesi di Fermo ancora da ristrutturare

Fermo, 14 febbraio 2020 - Sono 51 le chiese dell’arcidiocesi di Fermo ancora da ristrutturare dopo lo sciame sismico del 2016 e risultano inserite nel Piano di recupero che sarà presentato entro il 26 febbraio all’Ufficio per la ricostruzione della Regione Marche.

Un maxi intervento del valore complessivo di 19.030.000 euro per riaprire gli edifici di culto dislocati nei comuni delle tre province (Fermo, Macerata e Ascoli) che rientrano nella giurisdizione dell’arcidiocesi. Finora, grazie a finanziamenti privati, donazioni tramite l’otto per mille ed altri risorse sono state riconsegnate alle rispettive comunità il santuario della Madonna dell’Ambro di Montefortino, le chiese San Giorgio a Montappone, San Lorenzo a Massa Fermana e San Gregorio Magno a Magliano di Tenna.

Ieri l’arcivescovo Rocco Pennacchio e l’economo della curia, Demetrio Catalini, hanno presentato la lista ufficiale delle chiese con relativo finanziamento che sarà presentata alla Regione per la ricostruzione. Erano presenti una ventina di sindaci e amministratori, in particolare dell’area del cratere fermano.

La graduatoria realizzata con attenzione con la collaborazione dei tecnici dell’arcidiocesi, dell’Ufficio ricostruzione e del Mibact, è stata stilata tenendo in considerazione quattro elementi di valutazione: comunità ancora senza chiese, importanza per la collettività, valore storico artistico e rischio di aggravamento del danno alla struttura. In base a questi requisiti, sono state indicate le prime dieci chiese in graduatoria: Santo Stefano di Monte San Giusto, San Giovanni Battista di Rapagnano, Santa Maria a Corte di Roccafluvione, San Michele Arcangelo di Montefalcone, Santa Maria della Meta di Amandola, Santi Pietro e Paolo di Smerillo, San Martino Vescovo di Monte San Martino, collegiata dei Santi Lorenzo e Biagio di Monte San Pietrangeli, San Giuseppe di Penna San Giovanni e il Santissimo Sacramento di Mogliano.

Questi interventi saranno seguiti direttamente dagli uffici dell’arcidiocesi, Demetrio Catalini ha spiegato che, per motivi tecnici, si occuperanno di dieci chiese alla volta. É stata così lanciata la proposta di collaborazione ai Comuni con l’intento di accelerare i tempi. I sindaci dei vari paesi potranno chiedere entro il 26 febbraio la deroga all’arcidiocesi e istruire direttamente la pratica. Molti sindaci si sono detti interessati a tale opportunità, fra questi Falerone, per la chiesa di Santa Margherita attualmente 17ª‘ in graduatoria, Monteleone di Fermo, per San Giovanni, Battista 31ª, e Montappone, per la chiesa di Santa Maria in Castello, 43ª nell’elenco.