Terremoto in Turchia, Davide Amurri da Gaziantep: “Sfollati, ma vivi”

Cooperante internazionale di Petritoli racconta l’incubo del sisma: “Black out e distruzione, viviamo nell’emergenza”

Fermo, 7 febbraio 2023 – Un attimo, una manciata di secondi e la vita non è più quella di prima. Vive da due anni a Gaziantep in Turchia Davide Amurri, operatore nella cooperazione internazionale tra i più esperti. E ora si trova a fronteggiare il devastante terremoto. Originario di Petritoli, è da vent’anni in giro per il mondo, ovunque ci sia qualcosa da fare soprattutto per i bambini che non hanno niente. In Turchia è arrivato dopo un lungo periodo trascorso in Libano. Subito dopo il devastante sisma che ha colpito il Paese ha scritto su Facebook di star bene, nonostante tutto: "Siamo scossi ma stiamo bene. La famiglia di mia moglie è qui in visita dal Libano. Casa nostra ha retto bene perché è un palazzo nuovo e antisismico".

Poche parole e interrotte dall’ansia e dalle scosse continue che non danno tregua: "In città c’è un black-out quindi siamo al momento ‘sfollati’ nell’ufficio delle Nazioni Unite per le quali lavoro qui, abbiamo generatori e riusciamo a gestire le comunicazioni. Ovviamente stiamo vedendo anche che fare se possiamo fare qualcosa, anche se il mio ufficio qui fa coordinamento non è una base logistica".

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Un disastro umanitario enorme, le cifre di morti e feriti crescono di ora in ora, Gaziantep, la città dove vive Davide, è praticamente all’epicentro: "Siamo a Gaziantep da quasi due anni, i quartieri più moderni sono relativamente in buono stato, il centro città è più vecchio e povero, tradizionale quindi i danni più ingenti sono qui. Ma ci sono morti e crolli in una fascia molto lunga a duecento km dall’epicentro o forse più". Un miracolo che la sua casa abbia retto.

“I colpi – racconta ancora – sono stati così forti lunghi e ripetuti che probabilmente la differenza la faceva il grado antisismico della costruzione. Noi per esempio viviamo in un palazzo nuovissimo e certificato di ultima generazione, ma abbiamo ballato a lungo. In questo momento non sappiamo niente, stiamo vivendo dentro l’emergenza".

Davide ha vissuto spesso in emergenza, in Palestina, in Libano, Giordania, Siria, Iraq ma anche in Sri Lanka, in India, ovunque si è trovato a gestire situazioni difficilissime ma stavolta non si sa bene ancora la portata di un disastro vero che ha ferito anche la Siria e un campo profughi al confine con la Turchia dove si viveva già tra mille difficoltà. Facile immaginare che, come sempre ha fatto, Davide non si tirerà indietro nemmeno stavolta e sarà pronto ad asciugare lacrime di bimbi e paure di madri con il suo coraggio.

E intanto già da ieri la macchina del soccorso si è messa in moto anche dall’Italia. Nel pomeriggio di ieri un contingente composto da circa 50 vigili del fuoco e personale sanitario per portare soccorso alle popolazioni colpite dal sisma della scorsa notte al confine tra Siria e Turchia.