
Quattro le condanne ai membri della banda criminale
Fermo, 19 maggio 2025 – Era una banda specializzata in determinati tipi di rapine ed estorsioni e non era la prima volta che pianificava e metteva in atto i piani criminali studiati a tavolino. Questa volta era toccato a un uomo di Fermo e il capo del sodalizio, insieme con i suoi complici, lo aveva rapinato e poi ricattato, minacciando di morte lui e la sua nipotina.
Per questo motivo alla sbarra sono finiti un 35enne romeno domiciliato a Porto Sant’Elpidio, un suo connazionale di 34 anni e due ragazze di origini esteuropee residenti a Fermo. A conclusione del processo, il leader della banda è stato condannato a cinque anni e due mesi di reclusione, il 34enne a quattro anni e sei mesi, le due ragazze a tre anni e quattro mesi. I quattro erano stati chiamati a rispondere, in concorso tra loro, di rapina aggravata, violenza privata e tentata estorsione.
La banda era stata sgominata dai carabinieri, al termine di una complessa indagine che aveva fatto emergere fatti inquietanti. Le due componenti femminili dell’organizzazione avevano preso appuntamento con la vittima con il pretesto di visionare un appartamento da prendere in affitto e di cui si occupava l’uomo per conto della società dove lavora. Le malviventi, avevano volontariamente cercato di adescare e spogliare la vittima in attesa che intervenissero i due uomini della banda fingendosi mariti gelosi delle ragazze.
Una volta inscenata l’equivoca situazione, nell’immobile avevano fatto irruzione il 35enne e il 34enne romeni fingendo di aver scoperto una tresca. I due uomini, con la forza, si erano fatti consegnare un orologio da polso, un bracciale, una catena e una collanina d’oro, più una somma di circa 1.500 euro. I malviventi avevano costretto il malcapitato a spogliarsi per evitare la fuga e lo avevano filmato con il telefonino.
Non soddisfatti lo avevano minacciato di morte, dicendogli che non sarebbe uscito vivo dall’appartamento, se non avesse consegnato una somma di 3.000 euro. I banditi in maniera più subdola avevano descritto alla vittima le sue abitudini e quelle della nipotina che accompagnava ogni giorno all’asilo, facendogli capire che se non avesse ubbidito sapevano dove trovarlo e a chi fare del male. Dopo un mese circa l’uomo, disperato ed esasperato dalle continue minacce, si era rivolto ai carabinieri che attraverso un numero di telefono e la descrizione dell’auto usata sono riusciti ad identificarli.