Fermo, la truffa del vino 'bordeaux'. Denunciate due donne

Avevano raggirato con lo stesso modus operandi centinaia di ristoratori nel Fermano e in tutt'Italia

Fermo, la truffa del vino bordeaux: due donne denunciate (FotoFiocchi di repertorio)

Fermo, la truffa del vino bordeaux: due donne denunciate (FotoFiocchi di repertorio)

Fermo, 11 ottobre 2018 - Nel luglio scorso avevano truffato due ristoratori, nel centro storico di Fermo e di Porto San Giorgio, ma a distanza di quattro mesi le “primule rosse del calice amaro” sono state individuate e denunciate dalla polizia. Nei guai sono finite due donne piemontesi, di 26 e 52 anni.

Le truffatrici, prenotando telefonicamente una “finta” cena per una decina di persone, per festeggiare un parente, richiedevano in modo specifico un tipo di vino francese, un bordeaux che sarebbe stato particolarmente gradito al festeggiato. La storia raccontata era credibile, la cadenza linguistica era del nord Italia, con dettagli che si riferivano a supposte conoscenze comuni, vincolavano lo svolgimento della cena stessa alla presenza necessaria a tavola di quel tipo di vino; cena che si sarebbe dovuta svolgere appena qualche giorno dopo.

Era, però, un vino talmente particolare che i ristoratori non possedevano e non sapevano dove reperirlo in così breve tempo. Ed ecco allora che si concretizzava il raggiro beffardo: “Vi dico io dove trovare il vino, ve lo farei consegnare da una enoteca abruzzese che non fa servizio al dettaglio ma solo ai possessori di partita Iva, e ve lo porta direttamente al ristorante”. I ristoratori accettavano: la storia era credibile e nulla faceva sospettare il raggiro. Arrivava puntuale la consegna del vino: una confezione chiusa di 6 bottiglie per 500 Euro, pagati alla consegna ad una donna, che poi spariva, così come chi aveva commissionato la cena.

E le bottiglie? Vino di dozzinale qualità, del valore massimo totale di 5-6 euro a bottiglia. Erano partite le indagini della squadra mobile, inserite in una larga rete di attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Bolzano, particolarmente complesse poiché vi erano pochi elementi disponibili ed i numeri telefonici utilizzati per la truffa erano intestati a sconosciuti cittadini africani. Una efficacie e certosina indagine della polizia che porta ad identificare le due donne piemontesi, che in concorso tra loro avevano realizzato una serie di analoghe truffe in moltissimi altri capoluoghi del nord e centro Italia, soprattutto in località turistiche e di villeggiatura.

Due inafferrabili primule rosse, pluripregiudicate e già sottoposte a misure cautelari e di prevenzione che però non sono riuscite a beffare la caparbietà degli investigatori della questura di Fermo, permettendo la loro identificazione e la diffusione su tutto il territorio nazionale anche del loro “modus operandi”.