"Un brand per rendere la città riconoscibile"

La Lega corre per sostenere la candidatura a sindaco di Giacobbi. Tulli: "Il qualunquismo non basta, bisogna sapere dove si sta"

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Una storia che ricomincia, con una identità chiara. Secondo Gianluca Tulli, consigliere comunale uscente e oggi in lista per la Lega che sostiene la candidatura a sindaco di Lorenzo Giacobbi. Il partito ricomincia a camminare proprio con l’appuntamento elettorale fermano.

Chi si riconosce oggi nel vostro gruppo?

"Rappresentiamo la società, ci sono imprenditori, giovani, professionisti, pensionati, uomini e donne messi a disposizione per buona politica. La nostra è una proposta chiara, trasparente, corretta e di buon senso".

Avete sempre detto che siete gli unici riconoscibili, in un campo preciso. Che significa questo per voi?

"Abbiamo voluto dare un contributo alla chiarezza, a cominciare dal basso, nei confronti delle persone, per farle avvicinare alla politica non basta il qualunquismo, ci vogliono le differenze che possono essere condivise nei contenuti oppure no, l’importante è sapere dove si sta, con idee evidenti. È essenziale soprattutto per il tempo attuale, non ci possiamo più permettere gente impreparata e improvvisata alla politica. Questo passa attraverso i partiti che devono selezionare le persone e prepararle a quello che vanno a fare, perché poi nei momenti di crisi bisogna prendere decisioni. Oggi passa il messaggio che i civici rappresentano tutti, questo va bene per i piccoli comuni ma non va bene per capoluoghi di provincia. Impossibile che Fermo si isoli come un civico aggrappato al campanile".

Una posizione che pensate possa favorirvi nel dialogo tra istituzioni e verso la Regione?

"Noi siamo interlocutori di centro destra a Fermo, ad oggi sembra che la Regione possa essere governata da Acquaroli, se è così siamo noi la catena di contatto tra la città e l’organo esecutivo regionale. Se il sindaco rimane civico, cosa potremmo ottenere noi dalla Regione? Il peso politico è diverso".

Come avete scelto il candidato sindaco?

"Abbiamo trovato una figura giovane, un ragazzo di 36 anni fortemente radicato nella città, disposto a studiare e prepararsi. Siamo partiti con una accademia federale che prepara chi occuperà i ruoli istituzionali, è esperienza che andiamo a trasferire ai più giovani. Noi siamo una novità vera".

Che tipo di città avete in mente?

"Immaginiamo una città moderna che deve cambiare il passo, ci sono fragilità da accogliere ma anche attrattive da costruire per dare sostegno alla famiglia, perché i giovani non siano tentati ad andarsene. Abbiamo intenzione di riunire intorno ad un tavolo le nostre intelligenze locali, università, centri studi, le banche, per pensare ad un modello di sviluppo di Fermo nel medio e lungo termine, per capire le esigenze della città e incontrare le politiche europee, per valorizzare il nostro territorio. Serve un brand del territorio che sia qualcosa di riconoscibile, Fermo e il Fermano sono anonimi, dobbiamo costruire una identità, col mare meraviglioso, la montagna alle spalle, passando per paesi bellissimi, bisogna che si scopra quello che abbiamo".

Nel vostro programma c’è grande attenzione al mondo delle scuole.

"La nostra è una città di studi, benissimo il rapporto con la università Politecnica, peccato perdere Beni culturali con Macerata. Questa è la nostra vocazione, è una situazione da valorizzare che è proprio nella nostra storia più antica".

Una parola chiave del vostro programma?

"Sicurezza per noi è un tema fondamentale, è il primo punto dell’ordine del giorno come buona amministrazione, buon senso. Far rispettare le regole non è sintomo di autorità ma è benessere, è mettere al centro il cittadino. Anche qui contano le posizioni politiche, per avere il necessario supporto dai governi, per ottenere attenzione a partire da una idea precisa".

Angelica Malvatani