"Un incubo di 15 anni per la strada"

Via Martiri delle Foibe bloccata dai residenti. Protestano contro un esproprio fermo da troppo tempo

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Dover attendere oltre 15 anni per ampliare un tratto di strada di neanche 100 metri di via Martiri delle Foibe (ad oggi è a un’unica corsia con doppio senso di marcia) "sono tanti, troppi. È una vergogna. E stavolta siamo stufi e agguerriti", tuonano i residenti dei 24 alloggi delle palazzine che fiancheggiano la via. Ieri sono scesi in strada e l’hanno chiusa al transito con le transenne, come forma di protesta. Non ce l’hanno con il Comune, ma con la proprietà del terreno adiacente alla strada, una fascia del quale si dovebbe espropriare per allargare la strada.

L’iter riavviato ex novo dal Comune è stato nuovamente stoppato dall’ennesimo ricorso al Tar della proprietà. Ma stavolta i residenti non ci stanno: "Noi non ci fermiamo. Vogliamo chiedere un incontro con i giudici del Tar e spiegare anche le nostre ragioni", proseguono, parlano tutti a un’unica voce. E intanto, riferiscono di episodi avvenuti lungo quel tratto di strada. C’è la ragazza che mostra le foto di quando è scivolata malamente nel piccolo solco (per tutti è un fossato) che si è creato tra il ciglio della strada e il campo (dove l’aratura arriva a lambire la strada) ed è finita al Pronto soccorso. Un’altra signora è stata investita, mentre si trovava davanti casa sua, non essendoci neanche un marciapiede. "In caso di emergenza, non potendo sostare davanti alle abitazioni (perché bloccherebbe il traffico), l’ambulanza viene lasciata all’inizio della via, i militi raggiunto a piedi il paziente, accompagnandolo al mezzo, sotto gli occhi di tutti. E tanti saluti alla privacy. E poi ci sono le difficoltà per i disabili: il piccolo slargo naturale sul ciglio della strada, con l’aratura è scomparso "per cui ci dobbiamo arrangiare". Chi esce dal garage rischia ogni volta un incidente con le auto che sfrecciano lungo la via. I beninformati sollevano il dubbio sul pagamento degli oner di urbanizzazione da parte della proprietà del terreno conteso "perché non ci risulta siano stati ancora versati".

La casistica dei disagi e delle rivendicazioni è ampia e, dopo un’attesa lunga 15 anni, diventa esasperazione e intolleranza: "Siamo cittadini come gli altri, vogliamo una strada come si deve. Il privato va avanti a colpi di ricorsi al Tar che allungano i tempi all’infinito ma siamo davvero stanchi. Pensiamo di chiedere un incontro ai giudici del Tar per spiegare le nostre posizioni e cercare di sbloccare una situazione insostenibile e vergognosa".

Marisa Colibazzi