ADOLFO LEONI
Cronaca

Una figura che rischia di essere scordata:. Don Amelio Loy

Adolfo Leoni C’è un personaggio che rischia d’essere scordato. Si chiamava Amelio Loy. Era nato a Lapedona nel 1912. Famiglia povera...

Adolfo Leoni C’è un personaggio che rischia d’essere scordato. Si chiamava Amelio Loy. Era nato a Lapedona nel 1912. Famiglia povera ma religiosa. Amelio sceglierà la strada del seminario e seguirà questa vocazione. Diventa sacerdote, aiuta in parrocchia, è attento agli ultimi. Ma, dopo qualche tempo del suo ministero nella diocesi di Fermo, sarà chiamato ad una nuova, impegnativa missione. Sono gli anni della Seconda Guerra mondiale. Don Amelio viene inviato al fronte: cappellano militare dell’8° Reggimento Alpini, Battaglione Val Tagliamento, fronte greco-albanese. È una guerra terribile e crudele. Lui non si tira indietro. Sta tra i soldati, li conforta, stringe amicizia. Gli riconosceranno la medaglia di bronzo. Ma non è finita lì, ora tocca alla Russia. Sulla scia della Germania, l’Italia pazzescamente manda truppe nel paese dei ghiacci. Il Generale Inverno la farà pagare tragicamente alle truppe di Hitler e Mussolini. 1942/’43: inizia la tragedia. Il nostro esercito è allo sbando. Restano inquadrati soprattutto gli Alpini. E degli Alpini don Amelio è ancora il Cappellano: tenente cappellano. Il suo è il LXXX Battaglione Complementi Pieve di Teco, Primo Reggimento Alpino, Divisione Cuneense. In uno scontro più duro degli altri, don Amelio viene fatto prigioniero, sbeffeggiato, rischia la tortura per il suo stato sacerdotale. I colleghi ufficiali italiani gli danno i propri vestiti per nascondere quelli religiosi. La vita in prigionia è durissima. Le malattie imperversano. La fame è terrificante. In alcuni campi si arriva a casi di cannibalismo. Don Amelio è stremato. Il 10 settembre del 1943 muore nel famigerato ospedale russo 1851, zona degli Urali. Muore per le ferite, per la fame, per gli stenti. Don Loy verrà insignito della Croce di Guerra al Valor Militare e, di seguito, della medaglia d’argento alla memoria. Ma i caduti non muoiono sui campi di battaglia... muoiono quando sono dimenticati. È per questo motivo che il 20 maggio del 2012, ricorrendo i cent’anni dalla sua nascita, gli Alpini della sezione fermana lo hanno voluto ricordare alla cittadinanza e agli studenti con una grande celebrazione. Ora, per non spegnere l’eco di quella memoria, abbiamo voluto raccontare di questo giovane caduto in terra straniera a soli 33 anni.