
La presentazione del progetto realizzato dagli studenti della classe quinta Informatica B dell’Istituto Tecnico e Tecnologico Montani
Unire tecnologia e memoria storica per non dimenticare. È questo l’obiettivo del progetto realizzato dagli studenti della classe quinta Informatica B dell’Istituto Tecnico e Tecnologico Montani di Fermo, che hanno creato una mappa interattiva dei luoghi della Resistenza locale, nell’ambito del Premio Ada Natali promosso dall’Anpi provinciale. Il lavoro, destinato ad arricchire il sito dell’associazione, consente di esplorare i luoghi simbolo della lotta partigiana nel territorio fermano, offrendo uno strumento moderno e accessibile per approfondire la conoscenza della storia locale. Durante la realizzazione del progetto, gli studenti hanno visitato molti dei siti documentati. "Camminare nei luoghi dove si sono svolti eventi cruciali della Resistenza – raccontano – è stato fondamentale per comprendere davvero il valore della memoria. L’esperienza diretta ci ha permesso di sentire più vicina una storia che rischia di restare astratta". La presentazione ufficiale della mappa è avvenuta presso la biblioteca del triennio storico dell’istituto, alla presenza degli studenti, dei docenti, della dirigente scolastica Stefania Scatasta e il presidente dell’Anpi provinciale Paolo Scipioni. "L’osmosi tra la scuola, le associazioni e gli studenti che si mettono al servizio della memoria – ha dichiarato la dirigente – è fondamentale per formarli come cittadini attivi. L’osmosi delle conoscenze ci fa bene, ci arricchisce tutti" . Commosso e grato l’intervento del presidente dell’Anpi, che ha definito il lavoro "straordinario, proprio nell’anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario della Liberazione". Ha poi ricordato un episodio significativo avvenuto proprio tra le mura dell’istituto: "Mario De Benedictis, giovane studente del Montani e partigiano, fu costretto a fuggire improvvisamente da questa scuola, lasciando i libri aperti sul banco perché ricercato e a rifugiarsi sulle nostre montagne. Ancora oggi, andando in quei luoghi, la storia ti arriva addosso. Questo lavoro lo dimostra".