Verso il Micam con tante incognite

Calzaturieri orientati a partecipare, ma pesano la situazione virus a Milano e l’incertezza sulla presenza straniera

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Scade in questi giorni il termine concesso ai calzaturieri per aderire alla prossima edizione del Micam (dal 20 al 23 settembre, fiera Rho di Milano), con il pagamento di un anticipo (quest’anno è passato dal 40 al 22%). Una normale procedura che si inserisce in uno scenario condizionato dal Coronavirus, che ha scombussolato progetti e strategie delle imprese. Espositori storici sono ancora comprensibilmente cauti sulla partecipazione all’evento fieristico, pensare oggi cosa fare a settembre, è quasi un azzardo. In generale c’è la volontà di non mancare, magari ridimensionando gli stand, ma ci sono tanti ‘ma’.

"Dipende dal blocco delle frontiere, dal flusso di stranieri che potranno venire perché, altrimenti, non avrebbe senso farla. L’orientamento è di partecipare, come sempre – dice Rodolfo Zengarini dell’omonimo calzaturificio di Montegranaro – ma voglio vedere come evolve la situazione". "La mia idea è di non mancare, ma occorrono nuove regole – il parere di Marino Fabiani del calzaturificio di Fermo -. Ci è stato proposto uno sconto sullo spazio da occupare e stand preallestiti, ma non è ancora chiaro come funziona questo discorso. Soprattutto, bisogna vedere se la gente verrà. L’incognita è grossa. Se ci metteranno in condizioni di andare e di essere aiutati fino in fondo, ci sarò".

La scadenza per comunicare l’adesione e versare l’anticipo è imminente "ma credo che ci sarà più elasticità rispetto al passato – afferma Arturo Venanzi (calzaturificio Franceschetti di Montegranaro) -. Se ci sono i presupposti, certo che parteciperemo. Ma esistono timori per i voli, se la situazione in Lombardia resta ancora così incerta, è inutile parlare di fiere. Secondo me, la domanda va comunque fatta". Da parte di Assocalzaturifici c’è la volontà di dare una mano. Ad esempio, nel caso persistano problemi in Lombardia e a Milano, niente fiera e rimborso di quanto versato. "Fare il Micam? Le collezioni? Verrano i clienti? Stiamo lavorando con i punti interrogativi e non esclamativi – dice Giampietro Melchiorri (calzaturificio Gal.Men di Montegranaro) che, comunque, al Micam pensa di andare -, in un momento in cui non si riesce a programmare neanche il dopodomani". Al pari dei suoi colleghi, è cauta anche Annarita Pilotti (Loriblu, Porto Sant’Elpidio): "Ci sono le agevolazioni, adesso per confermare tutto bisogna avere la certezza che il mondo si riapra e che i buyer ritornino in Italia".