‘Villaggio del cane’ in chiusura tra le proteste, Ubaldi: "Non è definitiva"

E’ una storia da sempre complessa quella del ‘Villaggio del cane’, canile comprensoriale realizzato 15 anni fa, a Villa Luciani e, negli ultimi giorni, oggetto di un video di denuncia fatto circolare sui social da animalisti e da volontari, contro l’annunciata chiusura da parte del Comune della struttura che, ad oggi, ospita 130 cani. A domanda sulla veridicità di questa ipotesi, il sindaco Endrio Ubaldi e l’assessore all’ambiente, Gastone Gismondi, supportati da una relazione degli uffici, chiariscono che "non si tratta di una chiusura definitiva. Per la necessità di effettuare adeguamenti essenziali al futuro esercizio del canile, occorre liberare l’immobile per eseguire i lavori in piena sicurezza, per poi procedere a una procedura di evidenza pubblica per la gestione". Ma cos’è accaduto? "La convenzione con l’Anta onlus è scaduta (nel 2018, ndr) e con un accordo transattivo abbiamo chiuso un contenzioso innescato dall’associazione e che abbiamo ereditato. Tuttavia, l’Anta continua ad occuparsi della custodia e cura dei cani presenti nella struttura dove, oltre a quelli di Montegranaro (25, saranno destinati a un canile della zona, ndr), ne ospita anche di altri Comuni che dovranno decidere dove trasferirli. Dopo un utilizzo di 14 anni, è stata registrata un’usura del canile e alcune parti sono particolarmente ammalorate". Nello specifico, "sono emersi problemi col sistema di raccolta delle feci e col sistema di depurazione delle acque reflue che non è in funzione da anni" spiegano i due amministratori. Di qui i necessari interventi per ripristinare le condizioni di igiene e sicurezza. "Nessuno di noi ce l’ha con gli animali, tutt’altr – puntualizza Gismondi -, ma dinanzi a una struttura che gli uffici ci dicono non essere più idonea per tenerci ancora i cani, proprio perché amiamo gli animalie poiché siamo amministratori pubblici, la prima cosa che abbiamo fatto è stato decidere di portarli via, rendere la struttura agibile e idonea sanificando l’area per poi provvedere ad assegnarne la gestione. Le associazioni ambientaliste dovrebbero plaudere a quanto stiamo facendo".

Marisa Colibazzi