Vittima irreperibile, assolti i tre imputati

I malviventi, armati di mazza e machete, avevano compiuto una rapina in casa. La parte offesa non è comparsa in aula a confermare i fatti

Migration

Avevano fatto irruzione in casa di un giovane armati di machete e mazze ferrate, poi l’avevano aggredito e rapinato. Per questo motivo, tre tunisini residenti a Fermo - Salah Bessas, 31 anni, Kamel Maa, 49 anni, e Jamil Nasrj, 36 anni - sono finiti davanti al Collegio penale del tribunale. Al termine del processo, difesi dagli avvocati Giuliano Giordani e Anna Indiveri, sono stati tutti assolti. I giudici collegiali non hanno creduto alla versione della vittima, troppe volte assente alle udienze in cui è stata chiamata a testimoniare.

E’ stato un processo, infatti, caratterizzato da una serie di colpi di scena fin dalle prime fasi in cui gli inquirenti non sono riusciti a rintracciare la parte offesa, che non si è presentata in tribunale. Il pm più di una volta ha chiesto di acquisire gli atti con le dichiarazioni rilasciate dal giovane vittima della rapina in fase d’indagine, ma gli avvocati difensori si sono sempre opposti. Il processo è stato aggiornato a più riprese e, nel frattempo, i giudici hanno disposto una più accurata ricerca della vittima risultata senza esito. Qualcuno ha ipotizzato che il giovane si sia reso irrintracciabile per evitare rappresaglie da parte degli imputati.

Il fatto risale al gennaio del 2014, quando in cinque (due non sono mai stai identificati) avevano fatto irruzione nell’abitazione di un 30enne, domiciliato all’epoca dei fatti a Campofilone. Armati di machete e mazze ferrate, lo avevano minacciato e colpito, poi si erano impossessati del denaro che aveva in casa, circa 400 euro. Allontanandosi, i malviventi avevano minacciato il giovane, dicendogli che, se avesse parlato, sarebbero tornati per ucciderlo. La vittima, però, si era rivolta ai carabinieri, che avevano poi identificato i tre imputati.

Fabio Castori