Walter Rossi, addio all’avvocato di Fermo. "Non è morto per il Covid"

La moglie racconta gli ultimi giorni di vita del 60enne molto conosciuto in città: "Si è positivizzato poche ore prima di spirare, contagiato in ospedale"

L'avvocato Walter Rossi

L'avvocato Walter Rossi

Fermo, 27 gennaoi 2022 - Un uomo buono, un professionista stimato e preparato, un docente appassionato. Questo era Walter Rossi, l’avvocato 60enne che si è spento martedì all’ospedale di Torrette, ad Ancona, in seguito ad una terribile malattia con cui lottava da qualche tempo. Ieri l’ultimo saluto, nella cattedrale della città, un momento di grande commozione che ha visto la partecipazione di tantissimi colleghi e amici dell’avvocato. In tanti lo hanno ricordato per la sua gentilezza, per la presenza discreta e concreta, per il sorriso mite e l’impegno costante, nel lavoro e nella vita. Era anche insegnante al Montani, i colleghi e i collaboratori della scuola lo ricordano per la tenerezza e l’attenzione dimostrata sempre nei confronti dei ragazzi e la sua morte è finita nel bollettino regionale del Gores tra i deceduti per Covid. La moglie, Anna Indiveri, anche lei avvocato, non ci sta e racconta un’altra storia. "Walter era da tempo nella fase terminale della sua malattia – spiega –, lo abbiamo avuto a casa solo un paio di giorni per Natale, ma dal 27 gennaio è stato ricoverato prima a Fermo e poi, da dieci giorni, a Torrette. Già sabato scorso le sue condizioni erano disperate, aveva fatto un tampone per il Covid che era risultato negativo".

La famiglia Rossi ha seguito tutte le indicazioni contro il Covid, tutti avevano fatto le tre dosi del vaccino: "Ho avuto sempre molta paura del Covid, di certo non siamo contro il vaccino, anzi, oggi però non si può dire che Walter sia morto per il virus perché non è vero. Il tampone che ha rivelato la sua positività lo abbiamo fatto solo lunedì mattina, dopo quello di sabato, solo per gestire le questioni della camera ardente prima del funerale, dunque è in ospedale che è stato contagiato quando già era in coma e la sua fine era purtroppo questione di ore. Non credo, dunque, sia corretto conteggiare la sua morte tra quelle per il Covid che nemmeno ha avuto il tempo di manifestarsi, mi chiedo se sia una modalità abituale di procedere e quanto questo alteri la realtà. Mi preme sottolineare che noi siamo stati sempre scrupolosissimi, io per condividere le sue ultime ore ho fatto due tamponi al giorno, con tre dosi di vaccino, e sono sempre stata e sono ancora negativa. Non mi va che la storia di Walter venga travisata, ha lottato e ha perso contro un male ormai incurabile, altro non c’è e non è un numero tra i morti per Covid".