Distretto del cappello, in calo ditte e addetti

Nel distretto di Fermo-Macerata: "C’è lavoro, ma ai giovani non interessa"

Il cappello della modista Stybel, che ha vinto il primo premio della London Hats Week 2019

Il cappello della modista Stybel, che ha vinto il primo premio della London Hats Week 2019

Fermo, 1 aprile 2022 - Il Distretto del cappello Fermano-Maceratese raccoglie gli effetti positivi del 2021, ma c’è molta incertezza per i prossimi mesi a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e degli effetti che la guerra fra Rus sia e Ucraina produrrà sui mercati. Sono queste le prospettive davanti alla quali si stanno muovendo gli imprenditori del Distretto del cappello Fermano-Maceratese, che conta da solo circa il 70 per cento della produzione nazionale, con circa 90 aziende dislocate in sette comuni e circa 1.400 addetti ai lavori.

Stando ai dati forniti dalla Federazione ‘TessiliVari’ su dati Istat, in riferimento al periodo gennaio-dicembre 2021 rispetto all’anno precedente, il Distretto ha riscontrato nel complesso aumenti significativi: importazioni +37,4%, esportazioni +50% e fatturato +6,5%, ma si continua ad avvertire una tendenza pericolosa avviata da qualche anno, ovvero il calo del numero di imprese: sono passate da 130 a 125, e diminuiscono anche gli addetti che sono scesi da 2.120 a 2.020 in soli dodici mesi.

"Il Comparto del cappello a livello nazionale – spiega Paolo Marzialetti, presidente nazionale settore cappello di Tessili Vari – nel periodo gennaio-dicembre 2021 presenta, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un aumento delle esportazioni, delle importazioni e del fatturato, quest’ultimo risalito da 124 a 132 milioni di euro. Resta però la tendenza negativa del calo delle imprese e addetti ai lavori. Il settore dei cappelli di paglia inverte la rotta rispetto al 2020, con +14,1% nelle importazioni; ma questo prodotto è da sempre legato ai flussi turistici, soprattutto provenienti dall’estero, e alle vendite estive. Continua il rialzo dei berretti, che evidenziano un aumento delle importazioni +37,4% ed esportazioni +50,0%".

Questi dati però andranno analizzati in prospettiva. "Dopo aver registrato i primi veri segnali di rientro alla normalità – continua Marzialetti – soprattutto nel comparto del lusso, grazie al boom delle vendite online, ci sono delle considerazioni da fare. L’inizio delle ostilità nell’est Europa, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha incrementato la preoccupazione, che va sommata all’aumento delle materie prime e dell’energia. Ci sono anche le restrizioni dei canali finanziari per i pagamenti e le riscossioni con gli operatori russi".

Nel Distretto del cappello, già ad qualche anno si stanno sviluppando progetti per incrementare la manodopera specializzata, come ad esempio la creazione della ‘Fabbrica Pilota’ allestita a Montappone.

"Il 2021 è andato bene, ma in questo momento è difficile fare previsioni per il 2022 – commenta Francesco Girolami, presidente sezione cappelli di Confindustria Centro Adriatico –. A causa della pandemia di coronavirus la fabbrica pilota è stata momentaneamente chiusa, e quello della formazione di manodopera specializzata è il nostro vero problema. Abbiamo difficoltà a sostituire le persone che vanno in pensione, che rappresentano la nostra storia il nostro saper fare in questo particolare settore. Le prospettive di lavoro nel cappello ci sono, ma facciamo fatica a trovare giovani interessati a qualificarsi in questa produzione . Altro problema è quello del ricambio generazionale alla guida delle aziende, perché purtroppo si fatica a trovare giovani che intendono seguire le orme dei genitori".