Fermo, caso ex stazione. I sindacati: "No alla privatizzazione della Steat"

I sindacati attaccano la società: l’operazione di acquisto d ell’area Santa Lucia mette a rischio il futuro del trasporti fermani

Da sinistra, Claudio Sosi, Andrea Matè  Claudio Michetti e Andrea Rastelli

Da sinistra, Claudio Sosi, Andrea Matè Claudio Michetti e Andrea Rastelli

Fermo, 19 novembre 2019 - Sono quelli che vanno per strada, quelli che portano avanti il servizio di trasporto pubblico, incontrano soprattutto studenti e pensionati che si spostano sul territorio. Sono i lavoratori della Steat, la rappresentanza sindacale del personale dell’azienda di trasporto avrebbe voluto essere coinvolta nelle scelte strategiche che si portano avanti in questi giorni, per acquistare l’area dell’ex stazione Santa Lucia. Insieme Filt Cisl, Filt Cgil, Usb Lavoro privato, e Rsu Uil trasporti prendono la parola per una posizione unanime.  

Dicono no alla privatizzazione della Steat, si tuteli piuttosto l’interesse del fermano e del servizio di trasporto pubblico locale che è, di fatto, servizio sociale. La colpa di una situazione delicata, secondo i sindacati, è delle amministrazioni, socie Steat, che poco si curano dell’azienda. Claudio Michetti, Filt Cgil, spiega: «Sappiamo che da tempo in Steat c’era l’intenzione di associarsi con un privato per andare a gara nel 2020. Il tpl è un servizio sociale come sanità e scuola, dovrebbe essere addirittura gratis, figuriamoci se si può scegliere un socio privato. Un socio forte e strutturato va cercato in altre realtà pubbliche altrimenti in uno scenario di gara ci troveremmo dentro una giungla».

Michetti spiega che i costi per comprare l’area Santa Lucia saranno molto più alti di quelli annunciati: i passaggi burocratici faranno salire il prezzo a un milione e 800mila, la rata sarà di 100mila euro l’anno, risorse che verrebbero meno per esempio per un rinnovo del parco macchine, il 60 per cento autobus ha più di 15 anni di età: «Oggi ci troviamo di fronte alle amministrazioni pubbliche più sconsiderate mai avute nei confronti della Steat, lo hanno sempre detto tutti i sindaci che il deposito lì è inidoneo, l’area è inquinata, nel tempo abbiamo anche fatto rimuovere amianto. Oggi invece tutti ad accanirsi su quell’area, è solo un modo per accelerare l’ingresso di un socio privato».  

Claudio Sosi, Filt Cisl, spiega che le aziende si trasporto pubblico sono nate per servire il territorio: «Chiederemo incontri al cda della Steat e coinvolgeremo gli enti proprietari per avere rassicurazioni, quella è un’area fondamentale per il trasporto pubblico del territorio. Siamo contrari all’ingresso del privato non per principio preso, ma perché le aziende di trasporti sono nate per un servizio pubblico, la scala delle priorità dei privati è diversa». Andrea Matè, Usb Lavoro privato federazione provinciale Fermo, ribadisce che i servizi essenziali devono rimanere pubblici e il trasporto è uno di questi: «Il privato pare entrare sempre come salvatore della patria ma poi taglia servizi fa profitti e spesso scappa col bottino, non si vanno a valutare i reali bisogni del territorio e i servizi.

Auspichiamo che l’azienda guardi a un socio pubblico come Contram, Start, Conero bus». Andrea Rastelli Rsu Uil conclude: «Abbiamo incontrato il presidente Alessadrini pochi gi orni fa, ci ha assicurato che sono state fatte tutte le valutazioni necessarie per affrontare l’operazione ex stazione. Sono fiducioso e certo che la nostra azienda sia capace di far fronte agli impegni presi. E’ ormai chiaro che l’ingresso di un socio privato è un passo reale e concreto, anche noi crediamo però che questa apertura debba essere verso un’altra azienda pubblica e all’altezza della nostra».