Lavoro a Fermo, "Qui retribuzioni troppo basse. E il precariato la fa da padrone"

Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo, commenta la situazione del mercato del lavoro: "Solo il 14% dei nuovi contratti è a tempo indeterminato, non esistono accordi integrativi aziendali"

Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo

Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo

Fermo, 21 gennaio 2023 – “Guardando al mercato del lavoro, nel fermano, il tema principe è proprio quello dei salari: retribuzioni troppo basse, troppi part time, molto spesso involontari che riguardano in particolare le donne per motivi arcinoti che persistono da anni, e poi c’è la precarietà che la fa da padrone nei rapporti di lavoro": parte da qui la riflessione di Alessandro De Grazia, segretario generale Cgil Fermo sui dati pubblicati dall’Ires Cgil sulle paghe dei lavoratori fermani.

"Basti dire che solo il 14% dei nuovi rapporti di lavoro sono a tempo indeterminato. Il resto è a chiamata, in somministrazione, a tempo determinato". Ma poi De Grazia torna a battere sul solito chiodo: "Rispetto ad altri territori, qui la contrattazione di secondo livello è al palo. Nel fermano, a parte 4-5 aziende dove ci sono accordi veri e propri diventati stabili, non esistono accordi integrativi aziendali. Tutto è demandato al libero arbitrio del datore di lavoro che premia a sua discrezione".

Che fare?

"Lo diciamo da anni e l’abbiamo proposto a più riprese al tavolo provinciale, senza esito: rilanciare le contrattazioni di secondo livello con associazioni di categoria, Rsa e sindacati per mettere al centro la qualità del lavoro e quella della vita delle persone, individuare progetti condivisi per migliorare il prodotto, la soddisfazione dei clienti e, raggiunti questi obiettivi, riconoscere premi ai lavoratori".

Invece?

"Vediamo benefit concessi ad personam, welfare aziendali che poco hanno a che vedere con una vera logica di contrattazione aziendale". Qualche passo avanti è stato fatto negli ultimi 10 anni, nelle relazioni sindacali? "Siamo allo 0 virgola – ammette De Grazia - Qualcosa di buono c’è stato grazie alle griffe. Per il resto, non c’è stato chissà quale avanzamento. Nelle nostre aziende, siamo ancora lontani anni luce in materia di relazioni sindacali e di come si costruiscono condizioni di lavoro migliori".

I lavoratori credono ancora nel sindacato?

"Continuiamo ad avere un buon numero di iscritti, ma facciamo qualche difficoltà a tradurre, laddove serve, certi temi in momenti di mobilitazione per rivendicare un giusto ruolo nelle aziende. E’ anche una questione culturale. Nelle aziende micro c’è un rapporto quotidiano col datore di lavoro o il capofabbrica. Il nanismo delle nostre imprese, in qualche modo, incide anche su questo e la somma di tutte queste criticità si riverbera nei dati emersi dall’indagine sui salari".