Caso Straccia: magistrati nel mirino

Inchiesta a Campobasso: al vaglio le indagini sulla morte

Roberto Straccia

Roberto Straccia

Moresco (Fermo), 9 settembre 2014 - Si apre un nuovo scenario sulle indagini del caso che ha portato alla morte di Roberto Straccia, il giovane di Moresco scomparso da Pescara nel dicembre 2011 e trovato senza vita sugli scogli del litorale di Bari il 7 gennaio successivo. Dopo la riapertura delle indagini stabilita dalla Procura di L'Aquila, ora il caso passa alla Procura di Campobasso, competente per giudicare la responsabilità civile e penale dei magistrati che hanno coordinato le indagini sul caso nel 2011 e 2012, poi archiviato dalla Procura di Pescara,e che rientrano nella circoscrizione territoriale giudiziaria della Corte d'Appello di L'Aquila.

Dopo l'archiviazione del caso, la famiglia Straccia (mai rassegnata all'esito delle indagini che stabilivano la morte del giovane per suicidio) assistita dal legale Marilena Mecchi, aveva presentato alla Procura di L'aquila una querela contro i carabinieri di Pescara che avevano condotto le indagini (il 23 aprile) e la richiesta di riapertura del caso (il 2 giugno). Per i due diversi procedimenti, facenti capo ai reati ipotizzati di omissione di atti d'ufficio, violazione dei dati informatici ed inquinamento delle prove erano stati aperti due fascicoli d'indagine.

Le ipotesi di reato avanzate dalla difesa erano sostenute da tre nuove perizie di parte e l'attenta lettura degli atti della Procura di Pescara, da cui, sarebbero erano emerse numerose incongruenza nel sistema di conduzione delle indagini sia da parte dei Carabinieri che da parte della Procura di Pescara. Tra gli elementi d'indagine trascurati, secondo la difesa, quelli resi noti da tempo dall'avvocato Mecchi: messaggi telefonici dal contenuto allarmistico di persone legate al giovane Straccia, tre forzature abusive del profilo personale Facebook di Roberto, di cui uno effettuato da un carabiniere con il proprio profilo personale e poi ancora la sparizione dei tabulati telefonici.

A questo punto, sulla base delle ipotesi di reato avanzate dalla difesa, la Procura di L'Aquila ha trasferito il caso alla procura di Campobasso (competente per giudicare i profili di responsabilità penale dei magistrati che hanno condotto le indagini) che a sua volta ha nominato un nuovo magistrato e riunito in un unico procedimento penale i due diversi fascicoli d'indagine.

«Abbiamo accolto in senso positivo il trasferimento delle indagini alla Procura di Campobasso – afferma l'avvocato Mecchi – in quanto denota la volontà di andare a fondo sull'avanzata richiesta di far luce sulla correttezza e regolarità delle indagini espletate nel 2011 e 2012 e concluse con l'archiviazione del caso». La difesa, oltre a proseguire con le investigazioni private, nei giorni scorsi ha depositato un ulteriore richiesta di riapertura delle indagini anche alla Procura di Pescara.