Vongolare troppo vicine alla costa, pesce ‘salatissimo’: maxi multa

Imbarcazioni soprese dalla Guardia Costiera al largo di Porto Sant’Elpidio. Ordinanza anti-inquinamento per i proprietari degli yacht bruciati a Porto San Giorgio

Guardia costiera

Guardia costiera

Porto San Giorgio (Fermo), 15 ottobre 2014 - Pesca illecita sotto costa: sembra che due vongolare siano state pesantemente sanzionate dalla Guardia costiera. Sarebbe accaduto verso le 18.30 di lunedì: i militari dell’ufficio circondariale marittimo di Porto San Giorgio, coordinati dal tenente di vascello Fabrizio Saverio Strusi, nell’ambito dell’ordinaria attività di vigilanza avrebbero notato le due imbarcazioni operare al largo di Porto Sant’Elpidio a una distanza dalla costa inferiore alle 0,3 miglia nautiche previste dalle normative vigenti, nazionali e comunitarie.

La motovedetta della capitaneria avrebbe affiancato le barche ed effettuato le opportune verifiche. In questi casi si prevede la contestazione ai comandanti delle vongolare di una sanzione amministrativa che va dai due ai quattromila euro per la violazione del regolamento. Il che comporta anche il sequestro dell’attrezzo utilizzato per la pesca illecita.

Intanto, per quanto riguarda la vicenda dei quattro yacht distrutti dalle fiamme poco più di una settimana fa, pur non essendosi ancora concluse le indagini che stanno portando avanti in maniera coordinata commissariato di polizia, capitaneria di porto e vigili del fuoco, ci si sta organizzando per il recupero dei relitti. I proprietari delle barche hanno ricevuto un’ordinanza dell’autorità marittima con cui viene intimato loro di assumere con sollecitudine i provvedimenti necessari ad evitare inquinamenti e ostacolo alla navigazione. Di conseguenza hanno chiesto preventivi a ditte specializzate al recupero di relitti in mare. I riscontri forse oggi stesso.

Ovviamente i proprietari, o le loro assicurazioni, procederanno in maniera congiunta, nel senso che l’incarico di eseguire i lavori sarà affidato ad un unico operatore tra loro concordato. I tempi dovrebbero essere abbastanza celeri. Si pensa che per attuare l’intervento sarà disposto un dissequestro temporaneo dell’area in cui sono affondati gli yacht e degli stessi relitti, per poi magari sequestrare di nuovo questi ultimi, una volta recuperati e depositati nel cantiere. Il direttore tecnico del porto Ciaffardoni ha approntato un piano operativo, da sottoporre al visto dell’autorità marittima, in cui sono riportate modalità di recupero tali da tutelare l’ambiente e la sicurezza degli operai.