Fermo, 20 aprile 2014 - «È IL SOLITO caso di clientelismo all’italiana, il parente raccomandato». Scherza Max Giusti prima dell’inizio della conferenza stampa di presentazione della prima di «ScherziAmo», lo spettacolo teatrale che debutterà con il tutto esaurito giovedì alle 21.30 al teatro Arlecchino, del quale ha curato la regia e che vede come protagonista il ‘prozio’, il comico Piero Massimo Macchini.

Al Panorama Cafè della Forneria Totò di Sant’Elpidio a Mare c’erano, oltre a Giusti e Macchini, il sindaco di Monte Urano Giacinti, l’assessore Canigola e lo staff, capeggiato dalla presidente Priscilla Alessandrini de ‘La Gru’, l’associazione culturale che ha prodotto lo spettacolo. Dopo il successo del «Complesso d’Edipo», nel suo nuovo progetto Macchini (autore dei testi con Domenico Lannutti) racconta con ironia il suo percorso di crescita.

Gli anni che passano, una convivenza e l’immancabile mamma onnipresente nei pensieri di un anti-eroe contemporaneo, che tra le righe sdrammatizza sulla crisi, non solo economica, ma emotiva e culturale dei giorni nostri. «Conosco Piero Massimo da quando è nato — ha esordito Giusti — ma non l’ho mai spinto ad intraprendere questo tipo di carriera. Ha fatto il suo percorso professionale e quando ho capito che era pronto per affrontare il palcoscenico teatrale, ho deciso ben volentieri di dargli una mano».

«‘ScherziAmo’ può definirsi come il passaggio ufficiale di Piero Massimo al teatro — ha continuato il comico —. Io mi sono limitato ad affiancarlo e a lavorare sull’attore. Il resto è farina del suo sacco. Ha confezionato uno spettacolo di ottimo livello, capace di far ridere senza ricorrere a facili volgarità, pronto ad affrontare non solo i teatri marchigiani, ma di tutta Italia». «È uno spettacolo in parte autobiografico — ha proseguito Macchini —. In fondo la comicità nasce dalle proprie tragedie e quindi ho deciso di raccontare un po’ della mia vita in maniera ironica e leggera. Il supporto di Max è stato molto importante, perché grazie ai suoi consigli sono riuscito ad incastrare nella rappresentazione delle mie tecniche come il mimo e la magia. Ho parlato a Max di questo progetto e l’entusiasmo con cui ha accettato mi ha letteralmente invaso».

Anche Macchini scherza sulla parentela. «Il marchigiano tende a fare le cose in casa — spiega — e parlando con mia madre, ho chiesto se c’era un parente famoso che mi poteva aiutare. Lei ha risposto: Max. Amo moltissimo la nostra terra, la sua identità e avere come regista un marchigiano d’origine non fa che completare il quadro».

Lorenzo Girelli