MasterChef 7, Italo fa il ribelle. Tutti contro l’ex pilota / VIDEO

Il 74enne di Pedaso non accetta le gerarchie della brigata ed esagera con il curry: è un fiasco

MasterChef 7, Italo Screpanti 'sorvegliato' da Bruno Barbieri (frame da YouTube)

MasterChef 7, Italo Screpanti 'sorvegliato' da Bruno Barbieri (frame da YouTube)

Pedaso (Fermo), 12 gennaio 2018 – Chi per una vita è stato un comandante, è difficile che si rassegni ad eseguire gli ordini. Non Italo Screpanti, il vero personaggio di MasterChef 7. La puntata dell’11 gennaio mostra l’altro volto dell’ex pilota d’aereo originario di Pedaso: messi da parte i toni felpati da corteggiatore vecchio stile, ecco la grinta e lo spirito ribelle.

La sfida della mistery box fila via non senza affanni. “Il gusto non è male – commenta la chef Antonia Klugmann dopo aver assaggiato il suo filetto di spada light -, ma l’impiattamento è un po’ antiquato”. Vince Alberto, che si guadagna così il titolo di capitano di brigata per la successiva prova in esterna.

Teatro della gara è la Chinatown milanese che sorge intorno a via Paolo Sarti. Lì il 23enne di Tortona sceglie i suoi compagni di squadra. Tra questi non figura Italo, il quale evidentemente non gradisce: “Siamo di seconda scelta, ma gli avanzi a casa mia sono migliori dell’originale”. L’ex aviatore finisce nell’altra brigata, la rossa. Il capitano eletto a ‘furor di popolo’ non è lui, bensì la toscana Denise. “Potrei fare il comandante anche qui – dice Screpanti mascherando il disappunto -, ma ci sono i giovani che vogliono eccellere, è giusto che si facciano l’esperienza”. Semplice a dirsi, meno a farsi. Anche perché il tema della sfida lo esalta. “La cucina cinese è stata uno dei miei primi amori stranieri”, spiega con il solito tono di chi la sa lunga.

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Difficile che uno così si limiti a fare il compitino. E infatti. L’obiettivo della prova è adattare al gusto dei cento commensali cinesi invitati da Sky alcune pietanze della tradizione italiana. Come lo spezzatino di vitello con patate, che Italo, amante della cucina indiana, condisce con il curry senza consultare nessuno. “Io con il curry ci dormo”, aggiunge soddisfatto. Il suo capitano, Denise, non la prende bene: “Ci sono dei problemi, Italo è ingestibile”. Interviene pure Antonino Cannavacciuolo: “Curry nello spezzatino? Noi facciamo cucina italiana”. Il morale della truppa scende, sale il malcontento. Più di un compagno si lamenta dei modi interventisti del concorrente marchigiano. E lui, che aveva conquistato tutti con la calma e il savoir faire, perde le staffe. “Impiattamento schifoso”, sentenzia prima di essere rimbrottato da Bruno Barbieri per l’approccio disfattista.

Il risultato? Un fiasco. Vince la brigata blu, e nel mirino finisce proprio lo spezzatino. In studio c’è la resa dei conti. “Un tocco di curry ci voleva per rendere il piatto orientaleggiante”, si difende il 74enne di Pedaso. Denise non la pensa allo stesso modo: “Ho sbagliato a lasciar fare Italo, ma la maleducazione di certe persone prevarica a volte”. Giovanna, membra della stessa truppa, ci mette il carico: “Italo ha fatto un casino”. Quest’ultimo, nella scomoda posizione dell’imputato, prova a recuperare il suo caratteristico fair play. Non contrattacca, non molla: “Ho le spalle grandi, non ho scheletri nell’armadio”.

Per tutti i membri della squadra sconfitta scatta comunque la penitenza: pressure test e grembiule nero, indumento che simboleggia il rischio eliminazione. Per salvare la pelle bisogna preparare un piccione ripieno seguendo i passaggi stabiliti dai quattro giudici. È Joe Bastianich ad emettere il verdetto: “I piccioni migliori sono quelli di Matteo e Italo, andate in balconata”. “La classe non è acqua”, dice Screpanti, raggiante per essersi guadagnato la permanenza nella cucina di MasterChef. Nonostante le turbolenze, anche questo atterraggio è riuscito.