Sanremo 2020 Fermo, Sylvia Catasta ha diretto Elodie. "Ho uno stile crossover"

L'intervista alla direttrice d'orchestra: "Il brano avrà successo, è stata una bella esperienza. Mio padre mi ha trasmesso l’amore per la musica"

Sylvia Catasta

Sylvia Catasta

Sanremo, 10 febbraio 2020 - Maglia dei Kiss, capelli viola-blu e un tattoo di Beethoven sul polso. Sylvia Catasta, fermana, 40 anni, è compositrice, musicista e apprezzata direttrice d’orchestra. Sul palco dell’Ariston ha diretto l’Andromeda di Elodie, brano scritto dall’ascolano Dario Faini. Sul podio del festival solo un’altra collega: Beatrice Antolini (che ha lavorato con Achille Lauro). Prima dell’esperienza sanremese collaborazioni importanti: da Ezio Bosso a Max Gazzè. In ambito classico, ha suonato nelle principali orchestre italiane.

Sylvia, soddisfatta della settimana posizione? "Diciamo che essendo partite alte in classifica pensavamo di guadagnare qualche posto. Quando arrivi a Sanremo pensi di vincere. In ogni caso vedere la gente che applaude e canta la canzone – che comunque non era facilissima – mi riempie di emozione. Credo che il brano andrà bene nel post festival ed è questo l’importante".

Quest’anno non ci sono state polemiche sui vincitori. Che cosa ne pensa del primo posto di Diodato? "Vi dico la verità: quando l’ho sentita in prova l’ho detto subito: vincerà. E’ un bel brano, perfetto per Sanremo".

Lei è una flautista, ma all’Ariston ha diretto l’orchestra per un brano di musica pop. Come riesce a conciliare queste due anime? "In ambito pop lavoro poco. Sono diplomata al conservatorio, ma ho un quartetto di musica rock. Suono il flauto, ma sono laureata anche in Scienze motorie. Ho un anima crossover".

E’ stata anche campionessa di salto con l’asta... "Alla fine degli anni Novanta e Duemila sono stata in Nazionale e ho fatto anche tre o quattro record italiani nelle giovanili. Poi mi sono rotta il ginocchio...".

E ha scelto la musica? "Sì. L’amore me l’ha trasmesso mio padre che mi faceva ascoltare i Pink Floyd e i Beatles. Poi Beethoven e Vivaldi".

Come si conciliano generi così diversi? "Non ho mai sposato un genere unico. Io sono una figlia degli anni ‘80. Ma intendo 1880!".

Per una donna è più difficile emergere? "Nella direzione d’orchestra per emergere, se sei donna, devi essere eccezionalmente brava. Spesso la maggior parte delle persone crede che o sei donna o sei un direttore. Ma non è così. Serve davvero, su questo, fare un passo avanti".

Dirigere a Sanremo è più facile che in ambito classico? "Nel primo caso dai delle direttive, nel secondo sei il capo dell’orchestra. Diciamo che se dirigi una sinfonia di Mahler non hai difficoltà a stare sul podio all’Ariston. Più difficile il contrario".

Progetti futuri? "Sto partendo per Praga: sono assistente musicale di Nicola Tescari. Quando non provavo con Elodie, sono rimasta chiusa in camera a studiare".