"Fermana, Cornacchini è l’uomo giusto"

‘Robottino’ De Reggi nella hall of fame canarina, ieri ha compiuto 38 anni ed è stato subissato dai messaggi di affetto dei tifosi

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Esordì con la maglia della Fermana il 15 ottobre 2006, in quel di Mogliano di Macerata, all’indomani di una rifondazione societaria che aveva appena fatto i conti con un salto all’indietro di 5 categorie. Il campionato era quello della Prima Categoria e l’arrivo dell’allora 23enne centrocampista Massimo De Reggi, scuola Udinese, certificò la precisa volontà del nuovo sodalizio di risalire nel più breve tempo possibile. Da quel momento, 179 presenze in maglia gialloblù (13 reti) tutte caratterizzate da alcune costanti (corsa, generosità, estro e l’abilità nell’ essere assist – man) e da tante variabili di ruolo che, a dispetto del non essere certamente un corazziere (1.65 d’altezza per 60 kg), lo videro giostrare con costrutto anche da difensore centrale o da esterno destro difensivo (lui, mancino puro). Con il pubblico e la città, fu subito feeling: a colpire tutti, sin dalle prime apparizioni ed al di là delle comunque pregevoli giocate, fu quella sua tigna silenziosa – tipicamente friulana – nel rincorrere l’avversario, nell’andare a recuperare palla e nel vincere quasi sempre gli uno contro uno che fisicamente lo avrebbero dovuto vedere sconfitto. Senza fiatare o lamentarsi, senza mai rilasciare una parola fuori luogo. De Reggi – o "Robottino", come anni dopo lo ribattezzò simpaticamente Gianluca Savoldi – era uno di quelli che non mollava mai ed in qualsiasi campo incarnò l’essenza del vecchio cuore gialloblù. Tutto ciò, gli valse l’ingresso di diritto nel cuore degli sportivi fermani, i gradi di capitano e, recentemente, nella hall of fame dei mostri sacri della centenaria storia canarina.

Ieri 38enne, ha voluto rispondere così agli innumerevoli messaggi di auguri giunti sulla sua pagina FB e sul suo telefono: "Quando indossavo la maglia, sentivo il dovere di dover vincere sempre. A prescindere dai campionati, dai campi con tribune-tir e dal nome delle avversarie. Credo che il legame sia nato per quello che abbiamo passato insieme: la nostra storia è stata dura, ripartire dalla Prima Categoria per Fermo fu una tragedia sportiva. La Fermana per me ha rappresentato tanto. Per scelta personale ho deciso di non giocare mai contro chi mi ha dato così tanto, rifiutando la chiamata nella stagione 2012-2013 del Montegranaro dell’attuale Patron canarino Vecchiola. Al momento di chiudere, non firmai. Spero che col passare degli anni abbia capito che fu una scelta di cuore. Fu un obbligo morale: mi sono innamorato dei colori gialloblù e non li ho mai traditi".

Chiusura per mister Cornacchini, del quale fu giocatore nella stagione 201011: "Ogni volta che leggo di lui – conclude De Reggi – mi sento orgoglioso di esserne stato alle dipendenze. Prima che un ottimo allenatore, è una persona vera. Tornai alla Fermana da Monte San Giusto e trovai una squadra fortissima. Seppi ritagliarmi i miei spazi ed evidentemente lo misi in difficoltà nelle scelte, al punto tale che mi impiegava in ruoli che non credevo avessi potuto fare. Sentivo la sua fiducia. Quando ho letto del suo ritorno, mi sono detto che la Fermana aveva ritrovato la persona giusta per centrare il suo obbiettivo".

Uberto Frenquellucci