{{IMG_SX}}Ferrara, 5 gennaio 2008 - «PENSO CHE SE l’amministrazione comunale volesse dare in qualche modo un sostegno alle sale cinematografiche potrebbe farlo. Il problema è che penso che la cosa non interessi veramente: basti pensare che l’ultima volta che se ne è parlato in un incontro coi gestori c’era ancora, come assessore alla Cultura, Alberto Ronchi che è in Regione già da due anni e mezzo. Volendo poi fare un po’ di polemica, mi sento di dire che coi soldi spesi per l’Odissea di Ronconi il ‘Manzoni’ sarebbe rimasto aperto altri dieci anni».

 

Per Gabriele Caveduri, legale rappresentante della società (‘Spazio Cinema’) che gestisce lo storico cinema di via Mortara è il momento dei lasciarsi andare a qualche sfogo. Domani sera il ‘Manzoni’ spegnerà per sempre le luci («per essere competitivi avremmo dovuto rinnovarlo e visto come sta andando il mercato non ce la siamo sentiti» spiega Caveduri) e congedarsi da un’attività portata avanti per anni («per quanto mi riguarda 25 anni, 3 mesi e 6 giorni ma la sala esiste dal ’49») non è facile.

 

Il ‘Manzoni’, del resto, è l’ultima vittima di una ‘strage’ iniziata a metà degli anni ’80 e che ha portato quasi tutte le storiche sale cinematografiche della città a chiudere, una dopo l’altra, i battenti.
«Il primo grosso colpo — ricorda Caveduri — fu dato dall’incendio del cinema ‘Statuto’ di Torino in seguito al quale fu resa obbligatoria una messa a norma degli edifici che non tutte le sale si sentirono di affrontare».
Cominciarono quindi a perdersi i primi pezzi: si oscurò lo schermo del cinema ‘Astra’, poi quello del ‘Capitol’ e qualche tempo dopo fu la volta del ‘Diana’.

 

L’altra grande batosta risale invece all’apertura in città della multisala di via Darsena resa possibile, precisa Caveduri (che di Uci Cinemas è il direttore), «dalla legge sulle liberalizzazioni promossa da quello che può essere definito ‘il killer delle monosale’, cioè Walter Veltroni».

 

Nel giugno 2004 abbassò per sempre la saracinesca il ‘Ristori’ mentre nei primi sei mesi del 2005 il pubblico ferrarese diede l’addio a ‘Embassy’, ‘Rivoli’, ‘Nuovo’ (per il quale si parla di una riapertura tra un paio di mesi ma forse solo come teatro e non più come cinema) e ‘Alexander’. Stessa fine, l’anno successivo, per l’Apollo, in seguito ‘resuscitato’ grazie alla volontà dell’Arci di tentare di vincere una sfida.

 

«E’ presto per dire come andrà a finire — commenta cauto il presidente Arci Roberto Roversi —, anche in vista del rinnovo del contratto di locazione che ci aspetta a metà di quest’anno. Posso dire che la scorsa stagione abbiamo incassato 441mila euro che era quanto avevamo messo in preventivo e che per ora siamo in linea con l’anno scorso».

 

E se l’Apollo è un sopravvissuto del centro storico, lo stesso può dirsi per il ‘Boldini’ (gestito sempre dall’Arci in un locale di proprietà del Comune che ne paga anche le utenze) e per i due cinema parrocchiali ‘Santo Spirito’ e ‘San Benedetto’ (quest’ultimo insidiato non tanto dalla crisi del cinema ma dal fatto di dover spesso ospitare attività della chiesa in attesa del completamento dei lavori di restauro dopo il recente incendio).

 

La colpa di una simile decimazione è solo della multisala?
Concordi Caveduri e Roversi nel ritenere di no.
Per il primo incide infatti molto anche l’aumento dei costi (da quelli per le tasse a quelli per le utenze), per il secondo invece i cinema (indipendentemente dal numero di sale che hanno) si stanno trovando davanti un nemico difficile da annientare. Il suo nome? Internet e la possibilità che ne deriva di poter scaricare dal computer, più o meno legalmente, i film come si fa con la musica.
«Entrare nel mercato del cinema oggi — conclude rassegnato Roversi — è come aprire un negozio di dischi: solo un pazzo può farlo».