{{IMG_SX}}Ferrara, 29 gennaio 2008 - IL PRIMO contatto, tra la volante Alpha 3 e Federico Aldrovandi, è avvenuto tra le 5.58 e le 6.03 del 25 settembre 2005. La chiamata della polizia al 118 alle 6.04 e la constatazione del decesso del 18enne alle 6.35. Proprio gli orari di quella drammatica mattina sono stati al centro della sesta udienza per la morte del giovane Aldrovandi, per la quale sono imputati quattro poliziotti, all’epoca in forza all’ufficio volanti della questura (Paolo Forlani, Monica Segatto, Luca Pollastri ed Enzo Pontani).
 

 

VIA ALDIGHIERI. Alle 5.52 del 25 settembre, l’assistente Segatto (sull’Alpha 2 con Forlani) chiama il 113 per riferire a Marcello Bulgarelli che le risponde dalla centrale operativa, sulla conclusione di un intervento in via Aldighieri per «alcuni sospetti — ha spiegato Bulgarelli, sentito come teste — su un balcone». La centrale aveva inviato lì l’Alpha 2 e, in ausilio, la 3 la quale però tornerà indietro subito. Mentre Bulgarelli parla con Segatto, riceve una chiamata, «forse dell’Alpha 3», in cui «si fa riferimento all’intervento di via Ippodromo».
Bulgarelli, in risposta via radio, parla di «una persona in transito», di un servizio «passato dai carabinieri», e chiede alla volante di «fare un passaggio». Alle 5.54 Segatto richiama Bulgarelli per chiedere dove si trova esattamente il ragazzo di via Ippodromo. Bulgarelli — che fino a quel momento non aveva chiesto nessun ausilio all’Alpha 2 —, ieri ha spiegato che i contatti via radio sono di norma ‘aperti’ e, dunque, percepibili in contemporanea da tutte le unità della polizia operative. Aggiungendo pure che di notte, solitamente, quando una volante è libera tende ad avvicinarsi sul luogo dell’intervento dove si trovano le altre. Alle 5.58, al 113, arriva la telefonata di Cristian Fogli, residente in via Poletti, il quale chiede soccorso perché c’è una persona agitata nel parchetto (Federico, ndr). Bulgarelli così sollecita l’Alpha 3, la prima volante che lui aveva inviato. Va precisato che la prima richiesta di intervento da via Ippodromo arriva da Cristina Chiarelli, fatta sul 112 dei carabinieri e girata per competenza territoriale alla polizia, ma la donna non è stata registrata.
 

 

L’AMBULANZA. Alle 6.03, durante una conversazione tra un cittadino e Bulgarelli, via radio si sente la voce di un operatore che chiede: «Quando arrivano gli altri?». Presumibilmente si tratta dell’Alpha 3 che sollecita i rinforzi.
Dai tabulati telefonici emerge che il 113 chiama il 118 alle 6.04: Bulgarelli dirà all’operatore sanitario di non sapere nulla di quanto sia successo in via Ippodromo ma chiede il medico. Quasi certo, dunque, che il primo incontro tra l’Alpha 3 (la prima volante che interviene) e Federico risalga quindi tra le 5.58 (quando Fogli chiama) e le 6.03 (l’ora dei rinforzi). In quel lasso di tempo sarebbe cominciato lo scontro, terminato attorno alle 6.12, ora in cui Pontani comunica a Bulgarelli che «siamo tutti da refertare» e spiega «di aver avuto una lotta di mezz’ora» con il 18enne il quale «adesso, non so, è svenuto, è mezzo morto».
Tra le 6.04 e le 6.12 non c’è contatto tra la centrale della questura e i poliziotti in via Ippodromo. Alle 6.35, infine, il 118 stabilisce il decesso di Federico Aldrovandi e, subito dopo, Luca Casoni, responsabile dell’ufficio denunce della questura, darà a Bulgarelli la notizia. Che quest’ultimo riferirà ai funzionari.