{{IMG_SX}} Ferrara, 24 Maggio 2008 - Mannaia del Tribunale di Ferrara sugli street bar. Con una sentenza destinata a far discutere, e che farà sicuramente giurisprudenza, il giudice Marco D’Orazi non solo ha accordato un risarcimento danni di 4000 euro a favore dei residenti (che avevano fatto causa al bar) ma ha anche prescritto una serie di severissime limitazioni a carico del locale ‘Il Cacciavite’ di via delle Volte.


Quali? "Il locale, si legge nel dispositivo della sentenza, dovrà chiudere alla mezzanotte di tutti i giorni diversi dal venerdì al sabato, all’una e mezza il venerdì e sabato; non potrà somministrare musica dopo le 23.40 i giorni diversi dal venerdì e sabato e a mezzanotte e mezza il venerdì e sabato". In poche parole, è stata vietata la musica dal vivo in qualsiasi forma. Ma non è tutto: "Non dovranno essere somministrati cibo o bevande all'esterno del locale — continua il giudice — mentre la porta e la finestra del locale dovranno rimanere aperte solo per esigenze di entrata/uscita e di areazione".

 La deliberazione del Tribunale di Ferrara si spinge fino a prescrivere l’ "adozione di un impianto di diffusione sonora, costituito da diffusori di potenza e dimensioni ridotte, da disperdere nel locale". Più in dettaglio, ordina l’adozione di un "limite elettronico che non possa essere manomesso dall'operatore occasionale" con limite massimo di 76 dB, interno al locale, fino alle 23.10, e di 55 dB, dopo tale orario.


La causa, iniziata da oltre un anno da alcuni residenti di via delle Volte e dintorni, assistiti dallo studio legale Forniti, aveva visto il Tribunale di Ferrara emettere un primo provvedimento d'urgenza. Nella causa di merito che ne è seguita, il giudice D’Orazi ha accordato un risarcimento danni di 4000 euro per ciascun ricorrente a carico dei gestori del locale.


"E’ una pronuncia importante, commenta l’avvocato Filippo Forniti, che accorda un congruo risarcimento danni ai residenti che per quasi un anno hanno sopportato i disturbi relati alla musica e agli avventori del vicino locale. Ha poi prevalso la nostra linea difensiva, secondo cui sussiste responsabilità diretta dei titolari del locale per quanto avviene o può avvenire all'esterno dello stesso; la sentenza prescrive infatti che ‘non si somministrino cibi o bevande all'esterno del locale’.L'attività, continua il legale, dovrà quindi svolgersi, così come è per tutte le altre attività commerciali, all'interno dello stessa e non sulla pubblica via. La sentenza ha altresì il pregio di imporre delle regole alla diffusione della musica".

 Secondo l’avvocato che ha assistito i residenti, "così facendo, il Tribunale opera una corretta distinzione tra esercizi che, per ubicazione o materiali costruttivi, sono strutturati in modo tale da non arrecare disturbo ed altri che, proprio perché collocati in vie mediovali a prevalente presenza abitativa, non possono operare come discoteche. Via quindi all'utilizzo indiscriminato della musica ma regole precise per la diffusione, tali comunque da non pregiudicare il legittimo diritto d'impresa".