Basta col 'sistema'

Ferrara, 30 novembre 2017 - Ora, per cortesia, fatela finita con i convegni, le tavole rotonde, i tavoli tecnici e le chiacchiere sul «sistema» e le «sinergie per il territorio». Tutte formule prive di sostanza. La guerra fratricida che si è consumata intorno al futuro assetto della Camera di commercio, al di là delle legittime posizioni delle parti in causa – è la politica, bellezza –, cristallizza e certifica in modo definitivo che questo territorio, quando c’è da assumere scelte strategiche, non è capace di fare sistema. E che i grandi discorsi sulla sinergia sono solo chiacchiere. Duro? Può darsi. Ma realista. Gli industriali con Modena, la Camera di commercio con Ravenna, il Comune di Ferrara con Bologna, l’Università balla da sola (vedi la figuraccia sugli alloggi) e tra le categorie – al di là dei minuetti – vale la massima latina ‘mors tua vita mea’. 

La verità è che, conclusa la ‘pax’ dell’era Roncarati – e forse passati anche i bei tempi della Carife in salute, che teneva tutti buoni – tra gli attori della scena economica ferrarese è scoppiata una guerra, più o meno sommersa. Emersa drammaticamente quando in ballo ci sono state decisioni importanti da prendere, come l’area vasta, la fusione della Camera di commercio e via dicendo. E dietro i sorrisi dell’era Govoni, si preparava in realtà la «notte dei lunghi coltelli». Una sorta di redde rationem, anche generazionale. Con i 40-50enni rampanti che hanno cercato – con coraggio e una certa dose di cinismo – di spezzare i legami con un passato forse troppo ingombrante (ricordate lo strappo con gli industrali?). Un passato che affondava le radici nel patto tra Dc e Pci e nella ragnatela di interessi della potente Cassa. In questo senso, forse, va letto lo strappo di Ascom e di Confesercenti: una lezione di spietato cinismo che però ha sacrificato un galantuomo, Paolo Govoni, e impedito a Ferrara – che già aveva perso la presidenza di Confindustria (resta solo Riccardo Maiarelli a tenere alto l’onore estense tra i colossi Bologna e Modena) – di avere la presidenza della nuova super Camera di commercio. Almeno nel breve-medio periodo. Il futuro? E’ nel grembo degli dei più che nelle previsioni (o nelle promesse) di chi ha lavorato per questo risultato. C’è solo da sperare che i ravennati mantengano la parola – pacta sunt servanda? – e che la nostra città possa continuare a giocare un ruolo primario nel nuovo ente camerale. Una garanzia al momento c’è. Ed è data dalla professionalità di Mauro Giannattasio, oggi commissario e domani segretario generale della Camera ferrarese e ravvenate. Per il resto, chi vivrà vedrà.