L’ennesimo schiaffo

Ferrara, 11 dicembre 2016 - Arrestato e subito liberato. Quante volte l’abbiamo scritto? Tante, troppe. E l’ultimo, paradossale, caso lo raccontiamo oggi a pagina 3: un uomo preso, dopo avere derubato in chiesa una donna, e immediatamente rilasciato. Non solo. Lo stesso, nelle settimane scorse, era già stato arrestato (immediata scarcerazione) per un borseggio analogo e, stando agli inquirenti, potrebbe essere la stessa persona che sta mietendo vittime in questi giorni nebbiosi per il centro città. Ieri è stato processato per direttissima e, come recita una laconica nota della questura, «semplicemente sottoposto all’obbligo di presentazione alla Pg».

Ovvero: libero, con unica grana quella di apporre una firma quotidiana in Ercole d’Este. Storia identica, cambiava solo il reato, quella scritta il 4 ottobre e che creò altra rabbia. Quella di un posteggiatore abusivo che aveva aggredito una vigilessa, seminando il panico al Kennedy. Il carcere non lo sfiorò nemmeno, subito fuori ai sensi del fantomatico articolo 121 del codice di procedura penale, norma che dà al pubblico ministero la possibilità di rilasciare «quando ritiene di non dovere richiedere l’applicazione di misure coercitive». Chi sbaglia, in Italia, non paga più. O quasi. Lo dicono i fatti, lo gridano le forze dell’ordine, sempre più umiliate da un codice obsoleto, da leggi che sembrano andare incontro più al ladro che alla guardia. Prendiamo uno scippatore seriale, arrestato e liberato nel giro di un amen. Una volta fuori, perché non dovrebbe rifarlo? Qual è stata la sua ‘dura’ punizione? O un ladro catturato con le mani nel sacco a rubare in casa, senza la certezza della pena cosa gli impedisce di fare altre visite a domicilio? Si pretende più sicurezza nel Belpaese, ma senza divise, attrezzature adeguate, aggiornamenti, addestramenti. E con certe norme. Nemmeno il mago Silvan, forse, sarebbe capace di garantirla.