Tra successi e figuracce

Il commento

Ferrara, 14 ottobre 2018 - Tra successi reali di questa amministrazione comunale c’è senza ombra di dubbio la riqualificazione dell’ex Palazzo degli Specchi, un aborto edilizio che - come un vergognoso simulacro alla cattiva politica - ha deturpato una parte della città per trent’anni. L’arrivo degli studenti con trolley e zainetti laddove c’erano sbandati, rifiuti e occupanti abusivi ha suggellato un momento positivo per la città.

Se è vero - come è vero - che a spingere l’amministrazione comunale ad intervenire con maggiore determinazione è stato l’incessante pressing della Lega (come dimenticare le dirette quotidiane di Lodi?),  è anche innegabile che solo l’abile tessitura politico-amminstrativa messa a segno dal Comune ha consentito di superare un empasse complicato da problemi finanziari e giudiziari. Un successo reale, dunque, come specificavo all’inizio. Meno reali e più mediatici, invece, altri buoni risultati messi a segno di recente, come la conclusione in tempi record dei lavoro allo stadio Mazza e al ponte sul Po. Qui il merito va sicuramente alla buona gestione tecnica degli appalti ma - fatemelo dire - va ascritto in larga parte alle imprese esecutrici, con buona pace dei selfie e delle attribuzioni di paternità di questo o quel politico. 

Dove invece l’amministrazione comunale ha rimediato una figura poco commendevole è stata la vicenda relativa alla collezione Cavallini-Sgarbi. Una vicenda iniziata male - ricordate lo scontro tra Vittorio Sgarbi e il vicesindaco Maisto? - proseguita bene grazie alla meritoria mediazione del sindaco Tagliani e alla paziente opera diplomatica di Elisabetta Sgarbi ma conclusasi con una triste conferenza stampa che ha parzialmente offuscato il buono che c’era stato fino a quel momento. 

Quel sottolineare troppo marcatamente ciò che era stato fatto, quella tensione sotterranea, quel puntualizzare piccato ad ogni obiezione, quella interrogazione sui costi presentata dal piddino Vignolo guarda caso il giorno dopo, quella risposta con numeri diversi da quelli presentati dalla Sgarbi... Insomma, uno spettacolo che sarebbe stato meglio evitare. E che smaschera, al di là delle positive intenzioni di Tagliani, la reale ostilità del mondo culturale ferrarese ufficiale non solo per gli Sgarbi - visti come un corpo estraneo - ma anche per quella straordinaria mostra, a mala pena tollerata. Insomma, una figura un po’ da provinciali nei confronti di due personaggi, magari ingombranti e sopra le righe rispetto allo standard ferrarese, ma protagonisti assoluti della scena culturale, artistica, politica e mediatica italiana.