Hugo Aisemberg Ferrara, musica ebraica tra gioia e tristezza

Per la seconda data del ciclo 'Il cammino infinito della musica' il pianista propone un pomeriggio musicale per "dimostrare l’esistenza di una cultura che non muore”

Al centro Hugo Aisemberg

Al centro Hugo Aisemberg

Ferrara, 9 febbraio 2019 - Gioia e tristezza nella musica ebraica sono le note che arricchiranno il pomeriggio al Ridotto del Teatro Comunale, oggi 9 febbraio alle 17, con la seconda data del ciclo concertistico 'Il cammino infinito della musica' organizzata dal Centro Culturale Astor Piazzolla diretto dal maestro Hugo Aisemberg. Un appuntamento per non dimenticare ciò che furono, anche per compositori e musicisti, le leggi razziali in Italia. “A sole poche settimane dal Giorno della Memoria – spiega Hugo Aisemberg – vogliamo proporre un concerto di musiche ebraiche di compositori tra i più diversi e con i più disparati destini. Per noi suonare questa musica significa 

Dal quasi locale Aldo Finzi, perseguitato dalle leggi razziali fasciste del 1938, all'ancora vivente clarinettista ungherese Bela Kovaks, da Dovid Beigelman, morto ad Auschwitz a pochi giorni dalla sua liberazione, a Kurt Weill, Mario Castelnuovo-Tedesco e Janot S. Roskin, scappati appena in tempo prima dell'inizio della seconda guerra mondiale negli Stati Uniti, dove già erano emigrati molti anni prima Solomon Schmulewitz e Ernest Bloch. Infine, Marina Krutojarskaja, compositrice russa nata nel 1942 e morta a Berlino nel 2000. Sarà la prima volta in cui il gruppo includerà nel suo repertorio musiche di compositori ebrei italiani, mentre alcuni brani erano già nel programma -Il Tango, una storia con ebrei- presentato a Ferrara nel 2013 nell’ambito della Festa del libro ebraico e portato in tutto il mondo. Sul palco saliranno Juan Lucas Aisemberg, viola; Hugo Aisemberg, pianoforte; Fabio Bonora, clarinetto. Musiche di Bloch, Weill, Krutojarskaja, Kovacs, Finzi, Castelnuovo Tedesco, Yblakov, Roskin.

“Senza mancare di rispetto per un solo istante alle vittime delle persecuzioni antisemite – conclude Aisemberg – vorremmo però, se fosse vero che abbiamo nelle nostre mani il proprio destino, proiettare questa cosiddetta ‘Memoria’ all' Europa dell'attualità, per denunciarne i soprusi e le persecuzioni compiuti ogni volta più sfacciatamente nei confronti delle popolazioni di un Medio Oriente decimato da guerre tremende e un'Africa sfruttata fino all'inverosimile, tentando, nel nostro piccolo, di tirare nella direzione opposta il timone di un continente dalla memoria corta diretto sempre più velocemente verso il proprio più oscuro passato”.