Ferrara, 29 marzo 2010 - Scende in campo un nuovo protagonista nel processo per la centrale a biomasse di Bando d’Argenta: dopo il comune di Argenta, la Provincia di Ferrara, la Regione Emilia-Romagna e Legambiente, anche il Ministero dell’Ambiente si è costituito parte civile.


Secondo l'accusa nella centrale a biomasse di Bando d’Argenta non veniva bruciato combustibile ‘verde’, ovvero 'pioppelle', scarti legnosi e fibre vegetali, bensì rifiuti proibiti: circa 720 tonnellate di materiale contaminato con metalli pesanti che, secondo procura e carabinieri del nucleo ecologico, ogni anno finivano nell’impianto ‘verde’ della San Marco bioenergie di Bando.

L'inchiesta aveva portato nel 2006 al sequestro e alla conseguente chiusura dei forni. Fra gli imputati, ci sono l’ex presidente della società Giovanni Aliboni, l’ingegnere della San Marco Lanfranco Graziani, il manager interno addetto all’approvvigionamento delle biomasse Massimo Costa e Giacomo Gallusi, legale rappresentante della ditta Enervision di Dosolo (Mantova), che doveva fornire le biomasse da bruciare a Bando. L'udienza è stata fissata per il 19 aprile.