Ferrara, 22 giugno 2011 - Gisella Pandolfo, presidente dell'associazione Ccsvi - Sm Onlus evidenzia che la Ccsvi aumenta di nove volte la probabilita’ di sviluppare una forma precoce di sclerosi multipla (sm), dopo aver analizzato diversi studi in merito.

"Questo dato e’ solo l’ultimo emerso nel dibattito in corso - dice la Pandolfo - sulla correlazione tra Ccsvi, la patologia venosa scoperta da Paolo Zamboni, responsabile Centro malattie vascolari dell'Università di Ferrara, e la Sclerosi multipla". L'associazione evidenzia il fatto che ci sia una mancanza di trasparenza in merito.

"La cosa incredibile - continua la presidente - è che un risultato di questa portata sia rimasto nell’ombra per molti mesi, perche’ lo stesso autore dello studio, Claudio Baracchini, del dipartimento di Neuroscienze dell’Universita’ di Padova, non solo non lo ha rilevato, ma ha tratto conclusioni di segno opposto, provocando autorevoli critiche da altri studiosi. Adesso un altro studioso, Giampiero Avruscio, responsabile Angiologia Ospedale S.Antonio di Padova, rende evidente questo risultato rimasto finora silente. Si rafforza cosi’ la teoria di Zamboni, secondo cui la ccsvi puo’ essere una delle cause della sclerosi multipla".

Lo studio di Baracchini, ricorda la Gandolfo, pubblicato sulla rivista ‘Annals of Neurology’, negava l’associazione tra Ccsvi e pms (possible multiple sclerosis, forma precoce che con alta frequenza evolve in sm conclamata). Ma sulla stessa rivista un altro ricercatore, Zivadinov, ha evidenziato "una differenza altamente significativa tra la frequenza di ccsvi nel gruppo dei pms rispetto ai soggetti sani, rimproverando Baracchini di aver in qualche modo messo in ombra questo risultato".

"E anche secondo Avruscio - conclude Pandolfo -, applicando ai dati di Baracchini un opportuno test statistico, si rileva che il rischio di sviluppare una pMS aumenta di ben 9 volte in chi e’ portatore di ccsvi, che quindi e’ uno dei fattori che contribuiscono allo sviluppo delle forme iniziali di sm".