Ferrara, 5 agosto 2011 - “Ore di lavoro, incontri su incontri, perizie, pareri: tutto sparito”. E’ amaro il commento di Coldiretti Ferrara alla lettura del calendario venatorio per la stagione 2011/2012. Infatti nei mesi scorsi su pressante e giusta richiesta dei produttori della zona del mesolano e codigorese e delle loro cooperative di riferimento era stato sollevato il problema di alcuni casi di presenza di residui di pallini da caccia in colture destinate alla cosiddetta “quarta gamma”, ovvero destinati ad essere utilizzati nella preparazione delle buste di insalate già pronte, per lo più esportate in altri paesi europei, dove la qualità del nostro radicchio è particolarmente apprezzata.

A fronte di tale problematica, tra le altre misure, era stato richiesto di porre misure di tutela per la coltura, dettando regole di salvaguardia aggiuntive, corroborate da pareri di tecnici balistici riguardo le distanze di sparo dalla coltura. Posizione condivisa da Coldiretti e dalle altre organizzazioni agricole, sia in sede di commissione speciale, che di consulta venatoria provinciale, che sostenuta da una lettera del presidente Tonello alla presidente della Provincia, richiamando la necessità primaria di tutelare le attività economiche e quindi le produzioni agricole prioritariamente rispetto ad altre attività, senza che ciò significasse vietare l’attività venatoria in quelle zone, dove la regolazione della presenza di selvatici trova proprio in una corretta gestione anche da parte dei cacciatori motivo di equilibrio.

“Eppure – sottolinea ora il direttore di Coldiretti, Luigi Zepponi – la Giunta Provinciale lo scorso 26 luglio ha deliberato l’adozione di un calendario che non tiene in nessun conto le richieste fatte e condivise, in primis proprio con il servizio Protezione Flora e Fauna della Provincia. Semplicemente non vi è cenno di misure particolari di distanza o comportamento nei terreni investiti a radicchio. Tutto il contrario di quello che si era chiesto per i nostri produttori. E se fosse vero che proprio qualcuno da quelle zone avesse spinto per considerare non più rilevante il problema saremmo ancora più sconcertati e delusi”.

Insomma alla prova dei fatti tra le tante deroghe al calendario regionale il problema pallini nel radicchio non esiste più, con il rischio che comportamenti scorretti, non scoraggiati da una regolamentazione specifica e dal necessario controllo da parte della polizia provinciale o dei volontari degli ATC, provochino rilevanti danni all’intero comparto, data la feroce concorrenza sui mercati dove qualità e sicurezza sotto tutti i punti di vista sono fondamentali. Non siamo disponibili - prosegue Coldiretti - ad avvallare questa posizione, per noi è fondamentale pensare a poter produrre e commercializzare nel modo migliore, senza che comportamenti impropri e deleteri mettano a rischio il reddito.

“Chiediamo quindi all’Amministrazione Provinciale un incontro per capire – conclude Tonello – cosa sia cambiato di così radicale nel frattempo da ignorare le richieste del mondo agricolo tutto su questa vicenda, che ad oggi a noi non è noto”.