Ferrara, 22 agosto 2011 - L’ENERGIA dei ‘Payazen! Steim’, l’eleganza delle ‘Brass Babes’ e la sperimentazione di ‘The bottle band’. La prima notte dei buskers a Ferrara restituisce un mosaico di artisti sempre più poliedrico. Cambi di registro che coinvolgono anche il proprio repertorio melodico. D’altronde sono sempre più frequenti le formazioni musicali dove i componenti provengono da esperienze diverse.

IL VIAGGIO dei ‘Payazen! Steim’ nasce dall’incontro a Milano fra il cipriota Andys Scordis, il tedesco Stephan Raidl, il britannico Dolan Jones e lo statunitense Jason Alder. In giro per l’Europa, partendo da Amsterdam, per raccontare con la musica klezmer il senso di esilio del popolo ebraico. Un crescendo dirompente di violino, clarinetto, contrabbasso e percussioni che non ha lasciato indifferente cittadini estensi e turisti. Visitatori che non hanno potuto fare a meno di notare anche il talento delle ‘Brass Babes’. Un trio di musiciste dal fiato inesauribile, nonostante il caldo torrido, le cui melodie vengono accompagnate dalla batteria dell’olandese Edwin Plooijer, aggiuntosi da poco alla band. E la terra dei tulipani, alla quale è dedicata questa ventiquattresima rassegna del Festival, è anche il luogo nel quale la trombettista svizzera Mechteld Bannier, la sassofonista bulgara Raya Hadjeva e la sassofonista e soprano olandese, originaria del Suriname, Sanne Landvreugd, hanno cominciato la loro avventura.

AVVENTURA che, nel caso di ‘The bottle band’ coniuga l’impegno sociale con la passione artistica. C’è chi spediva messaggi nelle bottiglie, loro con le bottiglie decidono di lanciare un messaggio. In favore del riciclaggio di questi preziosi contenitori in vetro. Lo dimostra la bizzarra trovata, in pieno stile busker, di suonare proprio con strumenti fabbricati assemblando bottiglie di birra o di alcolici. Strumenti di un certo ‘peso’, in quanto le bottiglie sono talvolta riempite con acqua o altri liquidi, secondo criteri di capacità prestabiliti, in modo da realizzare autentiche scale musicali e lasciarsi andare a sorprendenti virtuosismi. Ecco allora i polacchi Maciej Zatorski, Grzegorz Karas, Ryszard Rechulicz e Kamil Paluch, soffiare dentro questi singolari strumenti a fiato e ottenere un suggestivo effetto sonoro. Quasi una gara fra alcuni ragazzi del pubblico a ricoscere i brani eseguiti, da ‘No woman no cry’ a ‘Quando quando quando’, passando per ‘Don’t worry, be happy’.

SPERIMENTAZIONE, dunque, associata alla compatibilità ambientale, per una rassegna che anche sul web misura il suo tasso di gradimento. Sono infatti oltre 14 mila i fan della pagina Facebook del ‘Ferrara Buskers Festival’. Che dopo il battesimo dello scorso sabato già interagiscono fra loro per chiedere chi sia il proprio gruppo preferito. Fra gli invitati, si segnalano i ‘Microguagua’, mentre fra gli accreditati spicca il nome dei ‘Bandaradan’.